I tavoli servono se seguono i fatti

Martedì 13 novembre si è svolta la prima riunione del tavolo permanente di confronto fra le associazioni lgbt+ e il governo, presieduto dal sottosegretario Vincenzo Spadafora.

Sicuramente è positiva l’intenzione annunciata di avviare politiche di contrasto alla discriminazione per orientamento sessuale o identità di genere a partire dai luoghi di lavoro.

È opportuno, tuttavia, ricordare al governo che tutte le discriminazioni prosperano se politica e istituzioni danno spazio e sponde.

Il clima ostile nei confronti delle persone Lgbt+, va di pari passo con gli attacchi alle libertà della donna, come dimostra il disegno di legge Pillon sull’affido dei bambini in caso di divorzio, e ai diritti dei migranti, come dimostra il varo del decreto sicurezza e il vergognoso sgombero del centro Baobab a Roma avvenuto proprio qualche ora prima che il governo si sedesse al tavolo con le associazioni.

Le contraddizioni sono diventate ancor più evidenti il giorno dopo, quando la stessa maggioranza che sostiene il governo ha votato alla presidenza della commissione diritti umani al Senato Stefania Pucciarelli, che invoca ruspe contro i migranti e si dice favorevole alla “famiglia naturale e tradizionale”, quella composta da un uomo e una donna, l’unica possibile secondo lei. Il senatore Simone Pillon, vicino al movimento pro-vita e antigender, è stato invece nominato vicepresidente della commissione bicamerale infanzia e adolescenza, da dove potrà continuare a insultare le famiglie arcobaleno e a ignorare il bullismo omofobico nelle scuole come ha sempre fatto, in questo non diverso dal ministro per la famiglia Lorenzo Fontana.

Come movimento LGBT+ italiano siamo impegnati a difendere i diritti delle minoranze e siamo a fianco di chi si batte per un Paese laico, multietnico, femminista.

Se questo tavolo può influire nei fatti alle posizioni di governo e maggioranza su questi temi ben venga, se deve essere un paravento a nascondere la deriva autoritaria in atto meglio sospendere il confronto. Perché il confronto, quando è possibile, va avviato su basi completamente diverse.

Il Governo è disposto ad avviare l’iter legislativo per l’istituzione di una autorità indipendente per la tutela e la promozione dei diritti umani (come da impegni Onu)?
È disposto a prendere le distanze pubblicamente dal World Congress of Families di Verona (sul cui sito sono già presenti come oratori Salvini e Fontana in qualità di ministri della Repubblica)?
Verrà ritirato il DDL Pillon?
Verrà revocato il DL sicurezza?
Come intende realmente muoversi il governo rispetto al contrasto del bullismo omofobico nelle scuole e all’educazione alla parità di genere?
La posizione del ministro Fontana sulle famiglie arcobaleno che non esistono è quella di tutto il governo?
Possiamo pensare a politiche di sostegno alla natalità che passino attraverso l’aiuto alle donne che lavorano e il ripristino del congedo di paternità invece che sul dono di terre da coltivare?

Non sono semplici domande provocatorie ma domande di senso: varare qualche campagna pubblicitaria per condannare la violenza quotidiana contro le persone Lgbt+ continuando, allo stesso tempo, ad alimentare con scelte istituzionali ed atti normativi le pulsioni omotransfobiche del Paese, insieme a quelle misogine e razziste, è un controsenso nella migliore delle ipotesi, nella peggiore un lavarsi la coscienza a poco prezzo. Operazione a cui noi non ci prestiamo. Ben vengano i tavoli, ma solo quando a questi seguono i fatti.

ALFI – Associazione Lesbica Femminista Italiana
ARC onlus
Arcigay Palermo
Arcigay Rainbow Valsesia-Vercelli
Arcigay Salerno “Marcella Di Folco”
Arcigay Siracusa
Associazione Quore
Associazione Radicale Certi Diritti
Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli
Coordinamento Liguria Rainbow
Coordinamento Torino Pride
Di’ Gay Project – DGP
Edge – Excellence and Diversity by Glbt Executives
Famiglie Arcobaleno
Iglbc Italian GLBT business Chamber
Omphalos LGBTI
Palermo Pride
P.o.st – pensare oltre gli stereotipi
Rete Genitori Rainbow
Stonewall GLBT Siracusa

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