Enzo Francone: i commenti ed i messaggi arrivati al Coordinamento

 

Dopo una vita sincera e coraggiosa, interamente dedicata alla liberazione omosessuale, il 29 novembre 2009 alle 17,50 è morto a Torino Enzo Francone.

Nato a Torino il 26 settembre 1947, laureato in Economia e Commercio, è stato tra i fondatori del FUORI!, primo movimento di liberazione omosessuale italiano, partecipando attivamente alle sue iniziative fin dalla prima manifestazione pubblica del 5 aprile 1972 a Sanremo. Ha partecipato al congresso fondativio dell’International Lesbian and Gay Association (IGLA) nel 1978 ed è stato uno dei principali attivisti per i diritti delle persone omosessuali e transessuali a livello internazionale .

Oltre alle decine di manifestazioni organizzate in Italia ed in Europa fu lui a manifestare a Teheran il 27 marzo 1979 contro la sanguinosa, liberticida e omofoba rivoluzione komeinista e nel 1980 a Mosca, durante i giochi olimpici, contro l’articolo 121 del codice penale sovietico che condannava le persone omosessuali al carcere. Molto attivo nel movimento anche negli anni ’80 quando ha creato il Triangolo Rosa, il primo bar e discoteca gay gestita dal movimento. Nel 2005 ha fondato l’Associazione Lambda che ha tra i suoi compiti principali quello di organizzare iniziative di assistenza alle persone omosessuali anziane, ed ha lanciato il primo progetto di social housing per persone omosessuali sole in Italia. E’ stato uno dei principali organizzati del Pride nazionale del 2006, tesoriere ed attivista fino all’ultimo del Coordinamento Torino Pride. Il suo ultimo atto politico è stato quello di fondare, insieme a tanti altri in Italia, l’Associazione Radicale Certi Diritti, ricoprendo il ruolo di tesoriere nazionale.
L’impegno politico di Enzo comincia alla fine degli anni ’60, quando, da studente partecipò all’occupazione di Palazzo Campana e fu da subito attento partecipe dei primi movimenti studenteschi e femministi. Frequentò alcuni dei gruppi dell’estrema sinistra torinese e fu tra i fondatori della prima comune gay e femministra torinese nel 1973, e visse a Londra per due anni, tra il 1974 e la fine del 1975, dove fu volontario per il Gay Liberation Front. Enzo Francone ha anche avuto una importante attività politica con il Partito radicale: candidato più volte alle elezioni, ha ricoperto il ruolo di segretario regionale del partito piemontese e di membro del Consiglio federale.
Gli amici e le amiche del Fuori!, della Fondazione Sandro Penna, dell’Associazione Lambda, dell’Associazione radicale certi diritti, del Coordinamento Torino Pride lo ricorderanno come instancabile organizzatore, coraggioso, sincero, dolce e con quel pizzico di geniale follia creativa che ci mancherà moltissimo.

Enzo Cucco



Oggi il Piemonte, con la prematura scomparsa di Enzo Francone, perde un coraggioso e valoroso combattente per i diritti civili in Italia e nel mondo.
Di Enzo non posso non ricordare la forza e la determinazione con cui ha portato avanti negli anni importanti battaglie per i diritti degli omosessuali e per l’affermazione della laicità dello stato e di una cultura dei diritti inclusiva.
Al movimento lgbt e al partito radicale, nonchè a tutti gli amici e compagni che in queste ore piangono la sua scomparsa, esprimo la mia vicinanza e la mia solidarietà.

Mercedes Bresso
Presidente Regione Piemonte

 


A nome dell’amministrazione comunale e mio personale desidero esprimere il mio più profondo cordoglio per la prematura scomparsa di Enzo Francone storico ed autorevole esponente del movimento LGBT italiano, che con lui perde un punto di riferimento importante ed uno dei militanti più appassionati e coraggiosi.

Con sincera commozione partecipo al dolore che ha colpito i familiari, gli amici e tutti coloro che ne hanno condiviso l’impegno politico e civile e vi prego di voler accogliere le mie più sentite condoglianze.

Sergio Chiamparino
Sindaco di Torino

 


Care amiche e cari amici,

ho appena appreso la triste notizia.
Ho avuto la fortuna di conoscere di persona Enzo alla conferenza di Ilga-
Europe a Vienna nel novembre 2008, anche se sapevo da molto prima chi era e
del suo ruolo nella nascita del movimento lgbti in Italia, e Jordi Petit,
co-segretario generale di ILGA dal 1995 al 2002, mi aveva parlato spesso di
Enzo in apprezzamento del suo ruolo nell’organizzazione della conferenza di
ILGA a Torino negli anni ’80.
Enzo mi aveva colpito sin da subito per la capacità di trasmettere
l’impegno per la nostra lotta attraverso una simpatia accattivante: una
dimostrazione del fatto che il senso dell’humour non deve per forza servire
solo a lenire le (temporanee) sconfitte, ma può diventare invece un’arma
micidiale ed efficace.
Mi mancherà, ci mancherà
un pensiero affettuoso
Renato

Renato Sabbadini
co-Secretary General, ILGA
The International Lesbian, Gay, Bisexual, Trans and Intersex Association

 


 

Addio caro Enzo, coraggioso compagno

La prima volta che ho conosciuto Enzo Francone fu quando decidemmo di dare inizio all’avventura dell’organizzazione di un Pride Nazionale a Torino nel 2006. Il movimento lgbt torinese era reduce da alcuni anni di divisione, di diffidenze reciproche. Il sogno visionario di Enzo contribuì non poco a restituire a tutti la dimensione del progetto, del lavorare assieme su un obiettivo condiviso. Superando le differenze al nostro interno, anzi trasformandole in risorsa. E quello del 2006 fu un Pride meraviglioso, ricordato ancora oggi da tutti in Italia come uno dei più belli mai organizzati.
L’eredità di quel Pride, il “Coordinamento Torinopride”, anch’esso indicato spesso in Italia come un modello da seguire nelle relazioni interne al movimento, la si deve anch’essa in gran parte a Enzo, alla sua capacità di tenere assieme un movimento plurale, costringendolo a misurarsi su obiettivi sempre nuovi. Penso all’esperienza del Biella Pride, prima esperienza di un Pride in provincia nella nostra regione, organizzato non a caso nella città in cui Enzo nacque. Un’idea guardata all’inizio con scetticismo e perplessità da parte di molti (“un Pride a Biella? ma ci verrà qualcuno??!!”) e coronata da una piazza allegra e piena di gente. Oppure al Pride regionale di Torino del maggio dell’anno passato, il primo organizzato in Italia in concomitanza con la Giornata contro l’Omofobia, che incontrò una piazza sorprendentemente numerosa e partecipata. O all’idea di candidare Torino ad ospitare la Conferenza Annuale di ILGA Europe nel 2011, anch’essa una scommessa vinta di recente.
Lo stesso Comitato Arcigay “Ottavio Mai” di Torino deve molto ad Enzo, che sin dall’inizio credette nella nascita di questo novo gruppo, composto in larga parte di ragazzi e ragazze reduci dall’esperienza dei volontari del Torinopride del 2006.
Il vuoto che lascia Enzo è difficilmente colmabile. Personalmente mi sento in colpa per aver rimandato per troppo tempo una visita che avevo intenzione di fargli. Enzo è una delle persone che più mi ha insegnato qualcosa in questo movimento: mi ha insegnato il coraggio, la caparbietà, la determinazione e la fermezza nel portare avanti la rivendicazione dei nostri diritti. Personalmente sono orgoglioso di averlo conosciuto e di aver avuto l’onore di condividere con lui alcune delle sue tante battaglie.
Spero davvero che il movimento lgbt torinese e italiano sapranno essere all’altezza dell’eredità che ci lascia questo coraggioso compagno.

Andrea Benedino


Care e cari del coordinamento Torino Pride,

vi scrivo per esprimervi tutto il mio dispiacere per la perdita di Enzo, sapevo che era malato con Christian sono andato anche a trovarlo in ospedale, mi ha sempre sorpreso come fosse lucido e consapevole, probabilmente era fatto cosi, senza sconti cosciente di quanto succedeva e sarebbe successo… io lo conoscevo poco ma l’ho visto lavorare al biella pride che testone che era, abbiamo pure litigato per la grafica dei manifesti a pensarci ora mi viene da sorridere per come stavamo a discutere sulle sfumature rosa, chiaramente ho dovuto accontentarlo anche perchè non c’era nulla da fare, potevi battere i piedi fino a che volevi ma poi ci si doveva arrendere alla sua fermezza e testardaggine…. ecco ricordo questo bicchiere in mano e cicca in bocca, di lui non ho ricordi del suo impegno politico nel movimento ricorderò questi piccoli frammenti della sua vita
ciao enzo

Gianni Zardini
Pink Verona


Car*
ieri sera a Torino si è spento Enzo Francone, attivista gay tra i fondatori del movimento omosessuale italiano ed impegnato insieme a noi nell’Affermazione civile.
Ho pubblicato sul sito di Avvocatura per i Diritti LGBT un nostro messaggio di cordoglio e il link ad una delle ultime interviste che aveva rilasciato.

Antonio Rotelli

di Francesco BILOTTA

Sono tornato un paio di ore fa da Roma, con tanta stanchezza, ma anche con l’energia che i Colleghi di Avvocatura per i diritti LGBT – Rete Lenford mi hanno dato in questa due giorni spesa tra il Convegno nazionale, la nostra prima festa di beneficienza, la riunione dell’Assemblea dei soci ospitata nella sede del Partito radicale.
Come al solito, ho aperto la mia posta elettronica. La prima mail che ho trovato mi comunicava la scomparsa di Enzo.
Non riesco a togliermi dalla mente i suoi occhi, il suo accento piemontese, il suo sorriso. Ma soprattutto non riesco a non pensare al suo entusiasmo.

Il ricordo più vivo di lui, che tanto mi ha consolato negli ultimi mesi, risale all’ultimo Gay Pride di Genova. Mi ha raccontato delle sue battaglie giovanili. Ne parlava come una cosa successa il giorno prima. E ciò non per uno scherzo della memoria, ma perchè per lui quella lotta per i diritti e la dignità delle persone LGBT coincideva con la sua vita, perchè l’energia e la convinzione di un tempo erano le stesse dell’oggi.
Mi ha rincuorato, dicendomi che la via dell’Affermazione civile è la via giusta, anzi l’unica in questo momento storico e politico del nostro Paese. Quel sorriso e quello sguardo mi hanno dato forza e conforto nei momenti di stanchezza degli ultimi mesi.
Allora non mi sono reso conto fino in fondo del regalo che mi stava facendo. Oggi che Enzo non c’è più, capisco fino in fondo quanto prezioso sia.

Mentre si spegneva, stavamo programmando con i Colleghi di Rete Lenford la nostra attività per i prossimi anni. Lo stavamo facendo nella sede del Partito in cui per anni Enzo ha militato. Voglio pensare che le nostre lotte e le nostre battaglie siano una continuazione ideale delle sue. Voglio pensare – anzi, ne sono sicuro – che ancora una volta avrebbe condiviso totalmente le prospettive e i traguardi che abbiamo individuato nel confronto serrato di queste ore di riunione.

Un pensiero va anche a coloro che raccolgono più direttamente la sua eredità ideale: agli Amici di Torino e agli Amici di Certi diritti. Come me staranno provando un senso di vuoto, ma sono sicuro che come me stanno pensando a come attualizzare una vita, quella di Enzo, spesa per far avanzare nel nostro Paese un’idea tanto semplice quanto eversiva e cioè che la libertà è l’essenza del nostro essere nel mondo. O si è davvero liberi o non si è.
Non ci si può rassegnare dinanzi all’assenza della libertà, nè si può essere indifferenti. L’indifferenza ci rende complici di un sistema illiberale.

Lui era così: aveva i suoi occhi grandi fissi sull’obiettivo di un mondo più libero e un sorriso arguto e sincero che denotava coraggio. Forse non se ne rendeva conto, ma riusciva a rendere contagioso quel coraggio.
Se gli avessi detto queste cose, si sarebbe messo a ridere con un po’ di sabaudo imbarazzo e poi mi avrebbe chiesto come potersi rendere utile per continuare la battaglia, badando come sempre ai fatti e non alle chiacchiere.

Grazie Enzo per la tua lezione di vita. Per me sei stato e continuerai a rimanere un esempio.
Ti porto nel cuore, anche se non te l’ho mai detto.
Grazie di esserci!

link


In ricordo di Enzo Francone

Ho conosciuto Enzo tanti anni fa. Credo fosse il 1978 o il 1979. Su alcuni muri della zona Lingotto di Torino, dove sono nato e cresciuto, vidi un giorno dei manifesti dove si vedevano due persone nude che, in un disegno stilizzato, correvano libere con delle catene spezzate. Era il simbolo della liberazione sessuale, uno dei cavalli di battaglia, quello certo più ‘scandaloso’, dei radicali. Il disegno era di Silombria che in quel periodo collaborava con i radicali e il Fuori!, organizzazioni che a Torino, in quegli anni, erano una cosa sola.
Incuriosito da quei manifesti andai in Via Garibaldi 13 a Torino, nella loro sede. Ero un po’ agitato, l’idea di vedere o incontrare delle persone così ‘strane’ mi metteva curiosità e inquietudine… Nel cortile del palazzo storico, sul lato destro, v’erano alcuni vecchietti che giocavano a carte sotto un cartello che diceva: ‘pensionati radicali’; sul retro di un altro portone di vetro si vedevano delle persone che  parlavano intorno a un microfono che pendeva dal soffitto, era una radio libera appena nata, si chiamava Radio Radicale, non era ancora diventata network nazionale. Era la radio libera più ascoltata in città, dava voce ad una varia umanità: tossicodipendenti, gay, travestiti, pensionati, prostitute, casalinghe disperate, mogli tradite, uomini soli e così via. Sul lato sinistro del cortile invece c’era la  sede ‘ufficiale’ dei radicali, che era un gran casino. C’erano carte, tavoli, persone che scrivevano cartelli e mi colpii molto un telefono a gettoni; fu messo lì, mi spiegò poi Enzo, perché così almeno sulle spese telefoniche si risparmiava. Tutto questo gran teatro di strada, di vera umanità, era ‘gestito’ da Enzo Francone che era il Segretario Regionale del Partito Radicale.
Enzo era anche il Segretario del Fuori!, il primo movimento gay italiano nato nel 1970, che inaugurò le sue azioni  nel 1972, quando un gruppo di ‘pazzi’, guidati da Angelo Pezzana, si incatenò davanti al Casinò di Sanremo dove si svolgeva un convegno di Psichiatri che definiva l’omosessualità un ‘flagello sociale’. Insieme ad Angelo ed Enzo, nel gruppo che manifestava, e che fu portato in commissariato, c’era, tra gli altri, Mario Mieli.
Ciò che si vedeva nel cortile di Via Garibaldi 13, ben rappresentava lo spirito libertario di quegli anni, ciò di cui Enzo era ‘diretto responsabile’ e ciò dava l’idea della personalità che lo ha poi sempre caratterizzato. Fu anche l’autore del ‘manuale di autodifesa del travestito’ che veniva distribuito di notte nei luoghi di prostituzione contro alcuni soprusi delle forze dell’ordine.
Da allora Enzo non è cambiato in nulla, è sempre stato  impegnato con determinazione e simpatia nelle iniziative che lo hanno visto protagonista  in favore della difesa della libertà, dei diritti delle persone lgbt a Torino, in Italia e all’estero. E’ stato tra i fondatori dell’Iga, poi divenuto Ilga, (International Lesbian and Gay Association) e della Fondazione Sandro Penna di Torino. Era uno dei principali animatori del Coordinamento Torino Pride. Esempio di  capacità organizzativa e coabitativa tra associazioni che lavorano per gli obiettivi comuni.  La sua famiglia era capitanata da Enzo Cucco e poi tutti gli altri compagni e amici che gli sono stati vicini fino all’ultimo.
Tra gli aspetti più creativi che lo hanno visto promotore di iniziative innovative per il movimento lgbt  non si può non ricordare il primo gay pride italiano che si svolse a Torino nel 1978, la prima partita di calcio tra gay ed etero; la prima volta di un  locale gay, il Fire, gestito da un’associazione, che per anni è stato il punto di riferimento della comunità lgbt di Torino; il primo giornale gay, il Fuori Notizie, e molto, molto altro.
Certamente le  azioni più clamorose (e rischiose) di cui Enzo si rese protagonista  furono quelle in cui si fece arrestare: a Teheran nel 1979 contro le persecuzioni verso le persone gay del neo-regime “rivoluzionario” komeinista e a Mosca nel 1980, sulla Piazza Rossa, in occasione dell’inaugurazione delle olimpiadi, per protestare contro l’articolo 121 del codice penale sovietico e contro la detenzione di due persone gay ingiustamente arrestate, di cui nessuno più parlava.  Subì interrogatori e violenze fisiche, venne espulso.  Mostrò alla stampa i segni delle violenze al suo arrivo in Italia.
Lo scorso marzo L’Associazione Radicale Certi Diritti lo elesse Tesoriere con grande entusiasmo e si mise subito al lavoro. Forte della sua esperienza si attivò immediatamente per aiutare gli organizzatori del Genova Pride. Durante la marcia non smise mai di ballare sul carro di Certi Diritti l’inno dei gay ‘Ymca’, e noi eravamo pure un po’ preoccupati. La malattia lo ha colpito all’improvviso e gli ha lasciato poche settimane di vita. Quando in questi giorni  gli telefonavo per tenerlo aggiornato delle nostre iniziative era felice. L’ultima telefonata giovedì scorso è stata quella dell’addio, me lo fece intendere lui, non lo avevo mai sentito così.
Caro Enzo, sei stato davvero qualcosa di speciale per tutti noi. Grazie.

Sergio Rovasio,
Segretario Associazione Radicale Certi Diritti


Caro Enzo,

ci lasci tutte e tutti più sole e soli. Molte volte si intessono le lodi di una persona che viene a mancare, ricercando nella sua biografia. Di te non abbiamo bisogno di conoscere, sappiamo molto, perché la tua vita personale si è intrecciata con un impegno costante a sostegno delle persone lgbt. La tua storia parla da sola, ma è il tuo impegno degli ultimi anni, che ci ha permesso di conoscerti di persona, di apprezzare le tue qualità di ironia, allegria, impegno duro e costante, affinché nella tua cara Torino e in Italia si affermasse una nuova stagione di lotte libertarie. Proprio in un momento in cui il movimento si interroga rispetto alla sua azione, dove è così difficile intravedere una speranza concreta di liberazione, ci abbandoni e subito ci manchi. Non vogliamo semplicemente ricordarti, intendiamo cogliere dal tuo esempio di tenacia sempre carica di serenità, quella forza necessaria per proseguire nel nostro difficile impegno, per cambiarci e migliorarci. Ti avremo sempre con noi, facendoci guidare dalle tue improvvise intuizioni e rimbrotti, che tra una sigaretta e l’altra ci hanno sempre riempito di sentimenti di gioiosa condivisione.

Arcigay ti ringrazia per tutto quello che sei stato e per come ti sei adoperato, per il bene di tutte e tutti noi!

Ciao Enzo

Aurelio Mancuso
presidente nazionale Arcigay


L’associazione i Ken esprime cordoglio per la morte di Enzo Francone.
Il suo impegno è il nostro, continueremo senza tregua a perseguire la ricerca della felicità di chi verrà dopo di noi convinti di consegnare, un giorno, un mondo migliore e più giusto.
il Suo insegnamento deve essere per tutti e tutte noi elemento da cui trarre sempre maggiore passione e vitalità.
Napoli e la Campania così lo vogliono ricordare e condividere con chi non l’ha conosciuto.

i Ken


Carissime e carissimi tutti,

con la dipartita di Enzo Francone abbiamo perso un altro pezzo importante della nostra storia. Enzo, per Torino e per il nord tutto, ha rappresentato quello che per noi qui a Roma è stato Massimo Consoli. Due persone eccezionali accomunate dall’impegno per un unico obiettivo, in cui credevano nonostante i decenni di militanza, nonostante le delusioni, nonostante spesso le loro parole suonassero agli orecchi delle nuove generazioni come prive di significato.
Di Enzo sentii parlare per la prima volta negli anni ’90, quando da presidente del CIG, Arcigay Milano, mi occupai di organizzare delle conferenze sulla storia del movimento gay italiano. Fu Giovanni Dall’Orto, durante uno di questi incontri, a raccontare di lui, della nascita del FUORI insieme a Pezzana e delle tante azioni che hanno contraddistinto quei memorabili anni di impegno.
Quando ho deciso di ricominciare a lavorare in prima linea per il movimento, sono stato orgoglioso di entrare a far parte di un’associazione come Certi Diritti in cui a militare, oltre a Sergio Rovasio ed Enzo Cucco, c’era proprio quell’Enzo Francone di cui già conoscevo le gesta.
Lo conobbi di persona al II° Congresso di CD, quando fu eletto tesoriere; mi colpirono moltissimo la sua energia e voglia di fare per risanare le esangui finanze della nostra associazione. Aveva idee modernissime, legate alla pluridecennale esperienza e ci stimolò tutti a fare di più per aumentare gli iscritti a Certi Diritti.
Lo incontrai poi a Roma prima del Gay Pride, quando venne a consegnarci lo striscione nuovo che lui aveva fatto fare, spendendo la metà di quanto avremmo speso qui, così come per le bandiere, grazie ai suoi mille contatti, patrimonio che speriamo non vada perduto.
Il giorno del Pride di Genova fece impressione a tutti la sua vitalità e per giorni agli incontri dell’associazione e nelle nostre mailing list non si parlò altro che della sua mitica danza sul carro, da lui allestito,  sulle note di YMCA, canzone che probabilmente amava tanto poiché gli ricordava gli anni d’oro della sua militanza.
Purtroppo poco dopo arrivò come un fulmine a ciel sereno la notizia della sua malattia, molto più grave di quanto si pensasse all’inizio, e oggi questo dolorosissimo evento.
Ti saluto Enzo, un saluto affettuoso da me e da tutti i membri di Certi Diritti Roma; da laico ed ateo l’unico augurio che mi sento di farti è che le generazioni future non scordino mai il tuo nome, cosicché tu possa continuare ad essere un esempio per tutti noi.
Ci mancherai.

Luca “Lucky” Amato
Coordinatore di Certi Diritti Roma


E’ morto Enzo Francone. Ed è questo un lutto che tocca da dentro il movimento gay italiano.

Di formazione radicale, negli anni ‘70 aveva, a fianco di Angelo Pezzana ed Enzo Cucco, animato la scena delle rivendicazioni dei nostri diritti. Ritiratosi per un certo periodo dalla prima linea, era tornato all’attivismo con una forte carica. Come afferma Gaynews24 dando l’annuncio della sua scomparsa  “Le sue lotte, le sue battaglie resteranno di diritto nella storia del movimento gay italiano”.

Abbiamo conosciuto di persona Enzo lo scorso anno, al Congrasso Nazionale di Certi  Diritti. Fu subito simpatia reciproca: passammo ore davanti ad caffé ormai freddo, incantati, ad ascoltarlo mentre ci raccontava del FUORI, delle prime lotte del nostro movimento, delle litigate con Mieli… Personalmente ho ancora bene in mente l’affabilità sibillina di quel sorriso che non abbandonava quasi mai il suo volto, il fascino sereno di uno sguardo che per certo aveva visto accanto a lui tanti riscattarsi dall’umiliazione e dalla vergogna per mirare alla dignità. Mi colpì molto la grande voglia di confronto con i giovani, la forza etica incredibile del suo pensiero. Carismatico, di sicuro, Enzo lo era.

Ricordo la sua discesa da Torino, telefonando pochi giorni prima per essere sicuro di poter bere qualcosa insieme prima che il treno ripartisse, lo scorso 19 Giugno, in occasione del convegno che organizzammo presso l’Università Statale di Milano sul matrimonio gay. Fu un momento molto importante per la nostra vita associativa e lui era lì;  intervenne in chiusura, facendo memoria storica dell’idea del matrimonio nel movimento glbt e affermando con forza la legittimità delle nostre lotte per accedere a quell’istituto giuridico davanti a chi sosteneva (proprio nel movimento glbt!), con una pretesa destrutturante, la ridicolaggine di questa richiesta. Potete ascoltare il suo intervento nell’ultima traccia audio di questo link.

Dobbiamo tanto a Enzo e a chi, come lui, in un momento storico in cui era assolutamente impensabile che gli omosessuali potessero venire allo scoperto, decise di alzare la testa e camminare fiero di sé, conscio dei propri diritti davanti ad una realtà sociale che negava ancor più di oggi  legittimità al nostro essere e ai nostri amori.

Avevamo iniziato a progettare con Enzo una sua conferenza presso il Milk, per far conoscere ai più giovani la storia sua e del movimento; si era parlato anche di come venne percepito l’assassinio di Milk in Italia, e ci si era ripromessi più volte di vedersi a Torino per recuperare qualche vecchio ritaglio di giornale che ci consentisse di ricostruire quei momenti nell’ottica nostrana. Poi, però, la malattia. Non riesco ad immaginare un uomo di tanta pulsante energia nel letto di un ospedale, lontano dal coordinamento Torino Pride, dalla Fondazione Penna, da Certi Diritti… dall’attivismo, insomma.

Poche ore fa, l’epilogo.

Ciao Enzo.

Riposa in pace. E, soprattutto: grazie.

Stefano Aresi

link


Azione gay e lesbica Firenze saluta Enzo Francone, uno dei primi esponenti del movimento glbt italiano che ci ha lasciato ieri pomeriggio. Lo ricordiamo per la sua presenza alla prima manifestazione italiana contro l’omofobia dei medici cattolici italiani che a Sanremo nel 1972 si riunivano per discutere di come “curare” l’omosessualità.

Ricordiamo la sua protesta contro il regime teocratico iraniano a Teheran nel 1979 che gli costarono tre giorni di carcere duro.

Ricordiamo il suo impegno nell’organizzazione del Pride nazionale a Torino nel 2006.

Auspichiamo, anche in suo nome che il movimento glbt italiano mantenga e/o recuperi il coraggio, l’ampiezza di visione e la capacità di dialogo di cui Enzo Francone è stato testimone.

Azione Gay e Lesbica


I Riminesi del Coordinamento Rimini Pride appresa la notizia della morte di Enzo Francone si uniscono al dolore dei Torinesi del Torino Pride porgendo Sentite Condoglianze alla stesso tempo invitando a non mollare la presa delle tante battaglie che devono essere rinvigorite ancorpiù in memoria di Enzo Francone, magari anche dando il suo nome al Coordinamento Torino Pride.
di nuovo sentite condoglianze.
Rimini Pride
Emilio Manaò
 

Enzo era un amico, è grazie a lui e alla sua caparbietà che il BiellaPride è stato quel grande successo, adesso ci ritroviamo solo un pò più soli, ma abbiamo la sua eredità da portare avanti, la sua determinazione, il suo non arrendersi ci deve essere di stimolo per continuare la battaglia che lui per primo aveva cominciato, ciao Enzo, ciao caro amico daccela ancora una mano noi nei momenti difficili ci cercheremo intorno il tuo sorriso.

Con affetto Adriano e tutta “Eurialo&Niso”

 

Caro Enzo…ci mancherai.
Grazie per l’entusiasmo contagioso che trasmettevi, per il
tuo animo brioso, per la passione in ciò per cui lottavi
che traspariva dal tuo sguardo, sincero e forte. In
particolare, come Jungla, ti ringraziamo per la fiducia che
hai riposto in noi fin da quando siamo “nati”, appoggiandoci
e sostenendoci sempre nei momenti di necessità che abbiamo
avuto nella nostra, per ora, breve esperienza associativa.
Sapevamo di poter trovare in te un punto di riferimento
sempre disponibile e generoso.
Conserveremo il tuo ricordo, e continueremo a lavorare per
poter raggiungere un giorno gli obiettivi che ti hanno
guidato nella tua vita di attivista. E nei momenti di
difficoltà il ricordo del tuo entusiasmo ci spronerà
sicuramente a non mollare mai. Ti ricordiamo con un sorriso.
Le Jungline”
Associazione culturale La Jungla
 

Paolo Hutter 30 novembre alle ore 19.17

Enzo Francone ..un grande personaggio originale .. semplice, ma mai semplicista o banale, intelligente, ma sempre “aperto al pubblico”, burbero, ironico. uno dei più vivi tra tutti noi…
Da quando era bloccato a casa mi figuravo in continuazione di incontrarlo per le vie attorno a via Garibaldi..in bici o a piedi scattante buffo piemontese del mondo com’era lui. Enzo mi fa pensare un po’ a figure – sempre un po’ marcate – di leader delle lotte operaie del 1969 e dintorni che poi restano sempre attivi senza mai nè fare carriera nel potere politico nè arrendersi nel privato. Quello che per quei personaggi era il movimento operaio per lui era il movimento gay – e laico in generale. Si ricorda di Enzo il numero che fece a Mosca e altri negli anni passati. Mi interesserebbe anche leggere o ricostruire come si è inventato la vita, la sua gestione di giovane pensionato che non sta mai fermo.
 

care amiche e cari amici,
la notizia del decesso di Enzo ci lascia sorpresi e rattristati. Sorpresi per la tempestività, rattristati perchè si perde una persona che ha dato molto alla comunità GLBT, sia con gesti clamorosi e significativi, sia con una militanza semplice ma costante.
Avrebbe potuto dare ancora molto ed essere di esempio ancora per molti ma…è andata così.
Alle condoglianze a nome del Centro Studi e Doc. F. Castellano, unisco le mie personali a ricordo di lunghe chiacchierate che molti anni fa mi furono di grande aiuto per capire la realtà omosessuale torinese e che iniziarono una semplice ma sincera amicizia.
Addio, Enzo, a Dio.
Gustavo Gnavi
Centro Studi Ferruccio Castellano Fede e Omosessualità
 

 
La morte di Enzo lascia credo dentro tutt* noi un senso di vuoto,per la 
ricchezza della sua presenza, mai indifferente, sempre generosa. Ho 
apprezzato la sua forza e l’assenza di retorica, cui pure la sua 
condizione avrebbe dato tutto lo spazio. Anche di fronte alla 
prospettiva di una malattia feroce e galoppante Enzo aveva un 
atteggiamento profondamente laico e coraggioso. Per questa sua forza, 
per questo suo coraggio, ho imparato a stimarlo ed a volergli bene in 
questi tanti anni, più di trenta, in cui l’ho conosciuto, come compagno 
di strada in un percorso di liberazione in cui ha creduto cocciutamente. 
Con scommesse davvero ardue, quando ha messo la sua persona e il suo 
corpo a rischio, sfidando le convenzioni ma anche, concretamente i 
poteri. Non era da tutti andare a Mosca o Teheran a portare le proprie 
convinzioni, nemmeno negli anni Settanta che tanta energia sapevano 
esprimere.
La sua cocciuta soggettività è stata, a Torino ed in Italia, ma in 
questi casi anche sul piano internazionale, una vera e forte 
provocazione. Anche quando ha lavorato per costruire spazi di 
aggregazione omosessuale Enzo metteva tutto se stesso nel progetto e 
non si è mai arreso di fronte alle difficoltà: quando una formula 
sembrava aver esaurito le proprie potenzialità si trattava di metterne 
in campo altre. E’ così che l’ho conosciuto nel 1977 e da allora tante 
volte i nostri percorsi si sono incrociati; anche quando erano 
differenti non ho mai sentito mancare il rispetto e l’affetto reciproco.
Il progetto del Pride poi è stata un’occasione certo di particolare 
condivisione e la sua generosità è diventata davvero grande; quando alla 
manifestazione dell’anno scorso aveva avuto un malore tutt* noi ci siamo 
preoccupat*, ma lui è rispuntato, verso sera, in piazza, come se non 
potesse stare “tranquillamente” in ospedale sotto osservazione: sembrava 
avere un bisogno insopprimibile di sapere com’era andata la giornata.
Questa soggettività ricca, forte e generosa credo sia alla base 
dell’affetto e della stima che Enzo ha saputo guadagnarsi. Rimarrà credo 
dentro tutt* noi come parte di un progetto comune, non solo memoria ma 
presenza. Allora viene da pensare che se ha smesso di soffrire, di 
lottare contro un male cui ha tenuto testa con il coraggio di sempre, 
non lo abbiamo perso davvero. Grazie Enzo, per come sei stato.


Gigi Malaroda

 
E’ ovvio che tutto o molto può essere retorico in queste occasioni, ma è anche necessario.
Sono passati quasi 35 anni dal primo incontro con Enzo, avevo appena fatto il mio Coming Out e avevo deciso di “essere parte” della mia vita. Un amico del momento mi portò in via Garibaldi, sede del FUORI, da li a poco il mio incontro con Ottavio e quindi l’impegno concreto; il FUORI, il Partito Radicale.
Sarebbe lungo e faticoso ricordare ed elencare le tante cose fatte insieme, le litigate, gli abbracci, tutto e sempre finalizzato ad un obbiettivo comune; la “nostra” vita! Purtroppo in tutti questi anni ho conosciuto poche persone come lui, a volte lui stesso era rammaricato per questo. Lui ha fatto di tutto per “insegnarlo”, credo che con molti di noi ci sia riuscito ed è necessario dirgli GRAZIE per tutto quello che ha fatto e ci ha dato.

Due/tre cose però mi piace ricordarle: il primo PRIDE a Torino (primi anni ’80), io e lui incatenati (ammanettati) all’Ambasciata del Canada (scusate ma non ricordo l’anno…), per manifestare contro le leggi restrittive allora in Canada, poi uno dei primi passi per la realizzazione del Festival con un incontro a Roma coi i vertici Arci. 
Gli ultimi anni, per tutti è stato necessario!!!

Adesso in molti ne sentiremo la mancanza, io però ho “un’illusione”; con la sua solita “forza”, con il suo solito coraggio, con la sua generosità e con la caparbietà di sempre, continuerà le sue battaglie con gli Amici di sempre e quindi anche con Ottavio!!!

CIAO ENZO!!!


Giovani Minerba
Festival Director

 


Il Comitato Arcigay di Torino si unisce al dolore delle persone e del Movimento nell’apprendere della scomparsa di Enzo Francone. Tanti sono i ricordi che ci vengono in mente, Enzo è stato per noi figura di riferimento – alla sua maniera simpaticamente burbera ed autorevole – fin dalla nascita come comitato, per proseguire nelle riunioni del Coordinamento che ci hanno avvicinato durante la costruzione dei Pride di questi ultimi anni.

Ci ha sempre colpito la sua modalità di lavoro, vulcanica e generosa, mai alla ricerca di un ritorno personale ma sempre pronto ad ascoltare ogni idea, per poi lanciare una delle sue battute al fulmicotone che rimettevano tutto in discussione e che aprivano orizzonti che nessuno riusciva ad immaginare fino a poco prima.

Il vuoto che lascia nessuno potrà colmare, possiamo soltanto – tutti e tutte assieme – continuare quella battaglia che lui ha portato avanti in tutta la sua vita.

Grazie, Enzo.

Comitato Provinciale Arcigay “Ottavio Mai” di Torino

 


 

Gli amici e i compagni tutti di Radicali Italiani sono vicini al dolore dei parenti e degli amici di Enzo. Abbiamo sempre apprezzato il suo impegno per le battaglie dei diritti civili e umani delle persone lgbt che ha sempre caratterizzato il suo impegno. Recentemente abbiamo ricordato la sua figura nel “La Peste italina” per i suoi atti coraggiosi promossi a Theran e Mosca per la difesa delle persone lesbiche e gay dimenticate.

Siamo vicini agli amici dell’Associazione Radiale Certi Diritti per questa grave perdita. Abbiamo perso un amico ed un compagno che ha dato molto a questo paese, che ha fatto tanto per andare nella direzione del rispetto e della tolleranza per le persone più deboli.

Mario Staderini, Segretario di Radicali Italiani

 


 

Cari amici di Certi Diritti,
apprendiamo con rammarico la scomparsa di Enzo e ne rimaniamo
profondamente colpiti e addolorati. Decenni di militanza di Enzo Francone
ci testimoniano il lungo cammino necessario per la dignità e per i diritti
delle persone Lgbt. Ci sono ancora una valanga di cose da fare e tutto il
movimento italiano ne deve sentire il peso e la responsabilità, magari
ricordando chi come Enzo ha speso tutta la sua vita per questi obiettivi.
Un caro saluto

Imma Battaglia e il Direttivo di Dì Gay Project

 


 

Vi esprimo tutto il mio dolore per la scomparsa di Enzo Francone, pioniere del movimento lgbt, sempre impegnato per la difesa dei diritti civili e umani.

Vi abbraccio,

Vladimir Luxuria


Quando lui era Segretario Regionale dei Radicali Piemontesi, io ero il Tesoriere Regionale…insieme abbiamo condiviso forti esperienze Radicali di cui serberò ricordi e memorie di vita…Via Garibaldi 13 ha lasciato in tutti noi un segno indelebile. ciao grande FRANCUN….

Sergio Bruno


Da Voze terra di venti e di sentimenti un abbraccio grande come questo mare a Enzo….

Marco Silombria, Francesco Esposito, Walter Chiappero.

 


 

Vi sono vicino in questo momento doloroso… Enzo ha dimostrato che si può avere coraggio con rigore e insieme ironia, e si può soffrire, continuando a sorridere… In un mondo troppo spesso piccolissimo, davvero un gigante. Vi abbraccio forte.

Paolo Patanè

 


 

Mi unisco al lutto per la perdita di Enzo Francone, che ho conosciuto in occasione della preparazione del Pride di Genova di quest’anno, e di cui ho potuto apprezzare lo spirito unitario, agito in modo lungimirante contro i conflitti che disgregano il movimento lgbt italiano. Leggendo ora le note della sua biografia politica che emergono dai ricordi di altr* attivist*, saluto Enzo con gratitudine

Cristina Gramolini, Segretaria Nazionale Arcilesbica


Tante parole ci hanno raccontato di te,
A me, a noi rimangono istantanee limpide e dolci
importanti ed indelebili di momenti, tanti momenti vissuti insieme.
Ti abbracciamo Enzo, compagno di strada, amico,
spesso maestro, con affetto infinito.
Sei con noi,
Grazia e il circolo Maurice


Ciao Enzo,
non potevamo immaginare di perderti così velocemente e la tristezza ha preso per un po’ il sopravvento, ma ricordando la tua passione, l’irrefrenabile volontà e soprattutto il tuo sorriso non si può continuare ad essere tristi.
Ora capisco molto meglio la fretta e la forza che hai impiegato nel chiedere un cambio generazionale… ma non sarà mai la stessa cosa senza di te. Ci proveremo, e questa è una promessa, a portare avanti le tue e nostre battaglie, ma senza di te non sarà più la stessa cosa.
Grazie Enzo e arrivederci.

Alessandro Battaglia
Quore


 

Caro Enzo,
oggi non sono potuta venire al tuo funerale e immagino che se te l’avessi detto mi avresti risposto: “Ma che problema c’è!”, con quel tuo sorriso e i tuoi occhietti vispi. Sono venuta a salutarti ieri a casa, insieme ad altri amici/compagni, tutti riuniti nella tua cucina a parlare di te sorridendo.
Ho avuto la fortuna di poter litigare con te un bel po’ di volte, perchè tutto era all’eccesso con te e soprattutto le discussioni non erano mai banali. Ho dei bellissimi ricordi legati a te, come penso abbiano tutte le persone che ti sono passate accanto. Penso a te come un uomo importante per la semplicità dei gesti difficili, per la tua caparbietà e il tuo coraggio, per il tuo profondo senso di giustizia e umanità. Sapevi sempre cosa fare, così nella vita così nella morte. Sono contenta di considerarmi invitata alla tua “festa musicale” e di farmi offrire un bicchiere di vino da te, ricordandoti con un sorriso e sentendomi più forte, anche se un po’ più sola. Ti abbraccio forte ovunque tu sia,

Rossana Rizzo

 

 


 

Anche se non lo conoscevo, mi dispiace; ognuno che se ne va può sembrare una perdita, ma possiamo far rivivere con il nostro operato, lo spirito libero del suo corpo, con tutto il bene delle sue azioni, conquiste, lotte, sconfitte della sua vita.
Evviva Certi Diritti!
 
Mina Welby

Dedicato ad Enzo Francone

Caro Enzo,

ieri sera ci siamo ritrovati tutti (beh, non proprio tutti…ancora una volta la frammentazione del cosiddetto movimento LGBT era sotto gli occhi di tutti) nella bellissima chiesa anglicana di via del Babuino. Una pioggia molto torinese, gli ombrelli riposti all’ingresso, insomma sembrava un pò di essere nella tua città, Torino.

La Chiesa era gremita. Spiccavano i coristi, tutti vestiti di nero e con il fiocco rosso della lotta all’HIV.

Sembrava un pò la notte di Natale. Per la pioggia. Per la compostezza. Per i canti. E per i bambini che correvano da ogni parte. Ed anche per il senso di raccoglimento collettivo e degli sguardi contriti che ci si scambiava. Con molto silenzio e leggerezza.

Ci siamo abbracciati un pò, abbiamo ricordato. Chi molto. Chi pochissimo, come me. Ho pensato chissà se ti sarebbe piaciuto e guardavo la faccia della Karl Du Pigné, stretta in una sciarpa bianca, compita.

Maya correva per le navate, un pò vicino ad Antonio che faceva il video in prima fila, un pò in braccio a noi, ma non troppo che già si capisce che tipo sarà da grande. (il video lo trovate qui:http://www.facebook .com/vi deo/video.php? v=1022366731 32765&ref=mf). Il concerto è stato dedicato a te.

Maya ci ha fatto ridere, ci fa sempre ridere con la sua intelligenza dissacrante e geniale. L’ho vista nella sua corsa infantile, ho pensato al ciclo della vita che è insieme doloroso e meraviglioso.

Ho pensato chissà se Maya lo vedrà il mondo cambiato. Quel mondo per cui tu hai sfidato i regimi e le coronarie.

Chissà se noi, quelli tra te e lei. Lo vedremo. Prima di entrare in Chiesa riflettevo sul fatto se te ne eri andato insoddisfatto o sazio per il punto in cui siamo adesso. Non ti conoscevo, ma insomma, per chi non si arrende, non ancora, come me, è facile pensare a ciò che può esserti passato per le testa.

Se c’era una consolazione. Una speranza, nei tuoi occhi, in questi mesi. Difficile dirlo.

Affranti per un’ Italia in cui un governo di centro destra mette in campo una campagna contro l’omofobia assai strana (per essere buoni anche se la penso così, proprio come GattoNero:http://giovannacose nza.wor dpress.com/2009/ 11/16/lo- s pot-contro-lomofobi a-della -presidenza- del-consiglio/). Per un’Italia che ha un Partito Democratico ancora timido e un Partito Radicale non così forte. Chissà se lo hai sentito, però, che c’è qualcosa nell’aria. Un qualcosa che ieri sera c’era, così forte. Io l’ho sentito. Una voglia quasi dolorosa di famiglia, quella larga, quella di comunità. Un desiderio di lasciare gli eroi alle battaglie di altri tempi e quello di costruire un qualcosa di più collettivo e protettivo, dove non esista la solitudine di pochi sparuti coraggiosi. Ecco. Oggi il servizio che i militanti della comunità LGBT possono fare è quello di non creare solitudini. Di fare passi indietro individuali e passi avanti collettivi.

Mi piace pensare che ti sarebbe piaciuto e mi piace pensare che il tutto sia figlio ed erede anche delle tue battaglie, come quelle di Mario Mieli o di Massimo Consoli.

Buon riposo, combattente. E a chi resta: coraggio e buon lavoro.

Cristiana Alicata


 

caro enzo,
abbiamo riattivato solo oggi, dopo una serie di problemi con il server, la mail dello studio.
solo questa mattina, quindi, abbiamo letto la triste notizia.
siamo rimasti di sale, ci dispiace davvero tanto.
e, se possibile,  il fatto di non aver potuto partecipare alla cerimonia ci fa stare anche peggio.

ci viene in mente enzo che, in bici, viene a portarci in studio il
materiale per la prossima cartolina del pride, sempre con la sua sigaretta serrata in un sorriso sottile.
fa una battuta, ridacchia sornione inarcando le sopracciglia, va via canticchiando.
ci mancherà.

vi abbracciamo fortissimo

tommaso e michele – UnDesign

 


 

Carissimi tutti,
sono veramente stupita e addolorata per la scomparsa così prematura di Enzo
con cui non ho potuto approfondire un legame, ma che mi ispirava fiducia e
molta simpatia. Ieri sera quando Tullio me lo ha comunicato al cellulare,
essendo all’oscuro di tutto, non ho avuto parole neanche per chiedere quando
sarebbero state le esequie, a cui avrei voluto partecipare per esprimere e
condividere il dolore per la scomparsa di una così bella persona. Vedo che
ero comunque in ritardo e mi dispiace molto,Vi prego, Voi carissimi della
Consulta, di girare queste mie parole ai compagni del Pride, la cui causa
sostengo personalmente e con tutta la Casa delle Donne con totale adesione
per l’affermazione di diritti , così gravemente conculcati. Sentiteci vicine.

Lydia Rizzo con Ines Damilano e tutta la Casa delle Donne

 


 

Enzo Francone ci ha lasciati.

Ieri, domenica 29 novembre, ha smesso di combattere la sua ultima dura
battaglia, quella per la vita. Dopo pochi mesi di lotta tenace e mai
rassegnata contro il tumore che lo aveva così violentemente aggredito si è
dovuto arrendere.

Se ne va un “piccolo grande uomo”, pioniere mai domo delle battaglie di
tutta una vita per i diritti delle persone gay, lesbiche, bisessuali e
transgender. Fondatore del FUORI, con Angelo Pezzana ed Enzo Cucco, gli
amici di sempre, per molti anni militante radicale, animatore della
Fondazione Sandro Penna e di Lambda, suscitatore instancabile
dell’organizzazione del movimento GLBT torinese negli ultimi anni, con il
Comitato Torino Pride prima, fino al grande successo del Pride Nazionale
2006, cui diede un contributo straordinario, e del più recente Coordinamento
Torino Pride GLBT che raggruppa tutte le associazioni del movimento e nel
quale fino a pochi mesi fa ha svolto la funzione di tesoriere, facendo da
“chioccia” ad una nuova generazione di dirigenti GLBT.

Socio fondatore della Consulta Torinese per la Laicità delle Istituzioni,
nella quale ha ricoperto per due anni il ruolo di tesoriere e di raccordo
tra il movimento GLBT e la Consulta stessa, iniziativa nella quale credette
moltissimo fin dall’inizio e che, anzi, lo vide fra i suoi sostenitori
inziali più entusiasti.

Ricordo chiaramente che, assieme a Filippo Parigi, con il quale avevo
concepito l’idea di costituire la Consulta, la prima persona cui illustrammo
il nostro “folle” progetto di riunire in un’unica organizzazione tutte le
associazioni laiche della città fu proprio Enzo Francone, dal quale
ricevemmo un caloroso incoraggiamento ed una fattiva collaborazione in
questa ennesima avventura, cementando in modo naturale e profondo una
conoscenza ed un’amicizia che risalivano ai primi anni ’80.

Enzo era persona di straordinario coraggio, che viveva con la semplicità
delle cose più normali, come quando andò ad incatenarsi in Unione Sovietica,
a Mosca, ed in Iran, a Teheran, per sfidare i regimi omocidi di Breznev e di
Khomeini, rischiando realmente la vita, venendo arrestato e picchiato.

Ricordo quando, con simpatica tenerezza, scherzavamo sul fatto che, forse,
fosse di nuovo ora di tirar fuori le catene per andare a protestare, magari
questa volta nella Città eterna.

Il coraggio in lui era pari alla modestia, alla eccezionale vitalità ed
energia che amava mettere nelle cose che faceva, specie in quelle concrete
che soprattutto lo appassionavano, ben più di quelle teoriche o ideologiche.

Dirigente di primissimo livello, si considerò per tutta la vita null’altro
che un “militante” della causa GLBT e di quella laica, che non concepiva
separate l’una dall’altra.

L’ultima azione che compimmo insieme, già dal suo letto di ospedale,
nell’ultimissimo periodo, fu quella di individuare la persona che potesse
sostituirlo nella Consulta come rappresentante del Coordinamento Pride e
come collegamento fra il movimento laico e quello GLBT: Enzo fu
determinatissimo a voler individuare in qualche modo un suo “erede”, voleva
a tutti i costi sistemare questa cosa, assieme a molte altre, prima di
doversene andare, ed alla fine convinse Arianna ad assumersi questa non
facile “eredità”. Credo, fidandomi dell’intuito di Enzo, che la scelta sia
stata ottima.

Infine, mi chiese di occuparmi della pratica della sua iscrizione alla
Socrem, la società di cremazione, cosa che feci prontamente, con il cuore
gonfio di tristezza.

Molti di noi perdono un amico a cui veniva spontaneo voler bene ed un
compagno di mille battaglie. Ci mancherà e quello che lascia sarà un vuoto
difficile da colmare.

Tullio Monti – Consulta Torinese per la Laicità


UN CENTINAIO DI PERSONE. POCHI I GIOVANI. LA SUA GENERAZIONE + ALCUNI INTRUSI. MI SONO COMMOSSO A VEDERE PEZZANA. SI A VEDERE PEZZANA DALL’ALTRA PARTE DELLA BARA, PERCHE’ LORO ERANO PER ME I RADICALI NEGLI ANNI ’70. ALLORA NON ERO RADICALE PERCHE’ PENSAVO CHE LA VIOLENZA, L’AUTODIFESA E L’OFFESA, FOSSE NECESSARIA ED EROICA (UN PO’ LO PENSO ANCORA). FU ALLORA CHE GRAZIE A LORO E ANCHE GRAZIE AD UN OMOSSESSUALE DICHIARATO CHE USCIVA CON NOI CHE SI CHIAMAVA ALBERTO TRIDENTE (CREDO DI RICORDARE QUESTO NOMR, MA VOI SAPETE COME RICORDO MALE I NOMI) HA CAPITO COME SI POTESSE LOTTARE ASSIEME PUR NON ESSENDO OMOSESSUALE.
C’ERANO MOLTI CHE CONOSCEVO …
ALTRI NO …
UNA BELLA E NERVOSA COMMEMORAZIONE DI CUCCO …
MOLTO ALTRO SILENZIO … POCHE AUTORITA’ …
HO PENSATO AL FRANCONE (PER ME ERA ENZOFRANCONE TUTTATTACCATO) RADICALE DEGLI ANNI ’70, A QUELLO SOCIALISTA DEGLI ANNI ’80, ARCOBALENO DEGLI ANNI ’90, ROSAPUNGNISTA E NUOVAMENTE RADICALE DEGLI ANNI PIU’ RECENTI … HO PENSATO A QUANDO LO INCONTRAVO, IO CONSIGLIERE COMUNALE, IN VIA GARIABALDI … E LUI … CRITICO …
HO PENSATO AL PERCHE’ NON SONO ANDATO A TROVARLO IN QUESTI MESI … FORSE PERCHE’ NON SONO MAI ANDATO PRIMA A TROVARLO PER QUALSIASI ALTRO MOTIVO.
CUCCO (L’HO SEMPRE CHIAMATO CUCCO) HA DETTO CHE SI FARA’ UNA FESTA, UNA FESTA ANGLOSASSONE, COME HA CHIESTO FRANCONE.
SPERO DI ESSERCI E DI FARE DAVVERO FESTA …
FORSE E’ LA PRIMA VOLTA CHE HO SENTITO LA MORTE COSI’ VICINA …
FORSE NON MI SENTO PIU’ COSI GIOVANE … OGGI.
DOMANI TORNERO’ AD ESSERE GIOVANE COME SEMPRE …
UN FUNERALE ALLE 15:30 DI UN GIORNO FERIALE IN UN CIMITERO DESERTO, SENZA CODE PER  IL CREMATORIO …
UN FUNERALE DAVVERO DIVERSO …
SALUTI.

Silvio Viale


Davvero una triste giornata, oggi.
Sei andato via, infaticabile protagonista di giornate memorabili.
Grazie Enzo.
Giovanna Moretto

 


Partecipo al dolore per la scomparsa di Enzo Francone che ho conosciuto, nell’ambito associativo della Consulta Laica torinese, per il suo impegno determinazione e competenza.

Mando il mio cordoglio anche a nome di tutto il nostro circolo UAAR di Torino. Un saluto e un abbraccio a tutti

Anna Maria Pozzi Circolo di Torino UAAR – Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti

Altri messaggi e commenti dal Blog di Alba Montori.

 


Caro Sergio
che bella memoria per ricordarci Enzo Francone.
Una persona come lui è una perdita per ognuno di noi attivisti e “diversi”.
Dispiace molto, il ricordo di tante/i compagni che hanno speso buona parte della loro vita per lottare e ci lasciano deve essere per noi uno stimolo a continuare a “resistere” anche quando non ce la facciamo più.
Un abbracio a tutte/i gli amici di Enzo.

Pia Covre, Presidente del Comitato Diritti Civili delle Prostitute


Per Enzo FRANCONE – 1 dicembre 2009

 

A te,
che tanti di noi hai accolto
energia del sorriso
dono di forza
sostegno dell’incertezza

A te,
fratello di lotte
coraggiose, determinate, giuste

A te,
specchio di certezza
del sano diritto
di essere
perché NOI siamo
ArcoIRIS di bellezza

A te,
che hai segnato le basi
aperto porte
spalancato armadi
socchiusi
sul buio silenzio
A te,
aratro di campi liberi
per germogliare F.U.O.R.I.
A te,
che a tanti hai dato
sussurriamo con orgoglio:
“sei andato oltre, ma resti con noi”
Grazie e arrivederci, Enzo

 

PiaF


Uno tra i più importanti difensori dei diritti LGBT ed attivisti, Franco, il 30 Novembre 2009 è stato ucciso dal cancro che gli è stato diagnosticato circa cinque mesi fa.
Enzo Francone è uno dei fondatori del movimento Fuori! che, il 5 Aprile 1972 a Sanremo (IM), organizzò la prima manifestazione per i diritti degli omosessuali nella storia italiana; Enzo è stato uno dei primi membri del Fronte Unitario Rivoluzionario Italiano e il tesoriere dell’Associazione Radicale Certi Diritti. Egli è conosciuto per la sua costante battaglia mediatica a favore dei diritti degli LGBTTQ.
Enzo che si è trovato accanto ad altri personaggi del movimento come Angelo Pezzana ed Enzo Cucco, a Mosca durante il regime sovietico e dopo poco il golpe di Khomeini a Tehran è stato arrestato ed espulso a causa delle sue proteste personali contro la violenza e discriminazione che gli omosessuali subiscono in questi Paesi.
Enzo in questi ultimi anni ha sempre continuato a battersi contro la discriminazione e la violenza che i membri del mondo LGBT subiscono ed ha fatto parte del comitato organizzatore di uno dei più grandi Pride degli ultimi anni fatti in Italia, il Pride 2006, che si è tenuto a Torino.
Il funerale di Enzo Francone si è celebrato martedì 1 dicembre presso il Cimitero Monumentale di Torino.
“Al suo coraggio dobbiamo molte delle battaglie vinte in questi anni. E la spinta ad andare avanti anche in un´Italia che sembra esserci tornata ostile» (Gianni Farinetti – scrittore)

Murat Cinar
Comitato 17 ottobre Torino

 


 

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Amigas y Amigos:
Con gran retraso me llega la triste noticia del fallecimiento de Enzo Francone, el pasado 29 de noviembre de 2009. Pronto hará un año. Este retraso en la divulgación de su fallecimiento es síntoma de la desmemoria que cunde entre la comunidad lgtbi, desmemoria lógica por otra parte, habida cuenta de que el tema homosexual y transexual no tiene cabida suficiente en la educación, ni menos en la familia.

Enzo Francone, participó en los primeros momentos del surgimiento del movimiento lgtbi en Italia, a finales de los 70. Fué miembro fundador del FUORI!, una de las primeras organizaciones homosexuales italianas y cofundadora de la ILGA en 1978.. Enzo pasa a la historia por dos acciones realmente útiles y propagandistas de la persecución homosexual en dos países. En 1979, en plena revolución jomeinista, se plantó ante la càrcel de Teherán con un cartel contra la ejecución de homosexuales. La prensa estaba previamente avisada, hubo fotos y su protesta dió la vuelta al mundo. Fué de inmediato detenido y devuelto a Italia.
En 1980 repitió otra acción similar de denuncia, encadenándose en las rejas de la plaza Roja de Moscú,en ocasión de las olimpiadas en la antigua URSS. Otra vez la noticia de la denuncia tuvo gran eco mediático y tras ser brutalmente detenido, fué devuelto a Italia con varios dientes rotos.
Estas dos acciones le dan un puesto de honor en la historia de la solidaridad internacional lgtbi. Durante años en Italia siguió militando por la causa de la igualdad homo y transexual.

Tuve ocasión de mantener con Enzo muy buenas relaciones de colegas en ILGA desde 1979 y su admirable labor merece no caer en el olvido.Participó en el Congreso de ILGA de pascua de 1980 en Santa Cristina d’Aro en apoyo a la legalización del movimiento asociativo gay y lésbico. En esa reunión se planificó la acción de Moscú. Años más tarde participó en las jornadas radicales de Barcelona celebradas en el Born, la prensa catalana reflejó sus declaraciones.
La última vez que coincidimos en la conferencia europea de ILGA en Malta, seguía pensando en proyectos y más proyectos. Fué una persona entregada a nuestras libertades en un país difícil como Italia. Sus más de 40 años de activismo son un ejemplo para todas y todos.

Jordi Petit, autor de “25 años más” (Barcelona, Icaria Editorial)

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