Florida, spara in locale gay: 50 morti, killer ucciso.

Due le piste: terrorismo o atto omofobo. È strage più grave della storia degli Usa

Omar Mateen, 29 anni, guardia giurata, aveva una pistola e un fucile mitragliatore d’assalto. Fbi indaga su terrorismo islamico, ma per il padre sarebbe stato arrabiato per un bacio tra gay. Rivendicazione dell’Is. Obama: “Un atto di terrore e un atto di odio”

di AGNESE ANANASSO, PIERA MATTEUCCI, ALESSIO SGHERZA

ORLANDO (Florida) – È entrato in un locale gay di Orlando e ha aperto il fuoco, uccidendo almeno 50 persone e ferendone altre 53, un bilancio che fa di quella odierna la peggior strage compiuta con armi da fuoco (e quindi esclusi gli attentati con bombe o l’11 settembre) nella storia degli Stati Uniti. Dietro la quale non si sa ancora con certezza se ci sia un gesto omofobo di una persona evidentemente instabile o un atto terroristico. 


E un’altra notizia – arrivata dall’altra parte degli States – nutre il timore che si possa trattare di un atto coordinato: un uomo è stato arrestato a Santa Monica, in California, diretto al Gay Pride di Los Angeles con un arsenale nella sua auto, tra cui alcuni fucili d’assalto ed esplosivi. Le indagini sono ancora in corso, ma il sindaco Garcetti esclude un collegamento.

Teatro della strage di Orlando è stato il nightclub Pulse. Il responsabile è stato identificato come Omar Mateen, guardia giurata, anno di nascita 1986, americano ma figlio di genitori afgani. In quanto guardia, l’uomo aveva due licenze per portare armi, una di categoria D – destinata ai privati che svolgono funzione di security officer – e l’altra di categoria G. O riginario della città Port St. Lucie, in Florida, Mateen è entrato nella notte nel locale, armato di una pistola e di un fucile mitragliatore d’assalto, e ha aperto il fuoco sulle persone che stavano ballando.

Dopo essersi barricato all’interno del locale e aver trattenuto numerosi ostaggi per ore, l’assalitore è stato ucciso dopo uno scontro a fuoco con gli agenti.

“Non è ancora stato accertato se la sparatoria al club gay di Orlando è un crimine di odio o un atto terroristico”, sottolinea l’Fbi, che indaga su possibili legami tra Mateen e lo Stato Islamico. Una fonte della polizia ha raccontato alla Nbc che il killer avrebbe chiamato il 911 prima della strage giurando fedeltà al Califfato di Abu Bakr al-Baghdadi. E l’Fbi anche in passato aveva sospettato legami del killer con l’estremismo islamico, ma le indagini non avevano portato a nulla. Mateen fu interrogato due volte, sia nel 2013 che nel 2014.

Dal web arriva uprima rivendicazione dello Stato Islamico attraverso uno dei canali utilizzati dal Califfato, l’Amaq news agency, che definisce Mateen “un nostro combattente”. I simpatizzanti dell’Is celebrano sul web la sparatoria di Orlando come “il miglior regalo per il Ramadan”. I jihadisti, riferisce il sito di monitoraggio delle attività terroristiche Site, lodano il killer: “Possa Allah accogliere l’eroe che lo ha fatto e ispirare altri a fare lo stesso”. Un altro utente, come riporta il sito di monitoraggio Memri Jttm, ha postato le foto di Mateen commentando: “Questo è l’eroe che ha ucciso 25 crociati pervertiti in un nightclub, possa Allah accettarlo tra i suoi martiri”.

Ma dall’ambito familiare le testimonianze contrastano con l’ipotesi della radicalizzazione di un cittadino nato e cresciuto negli Usa. L’ex moglie parla di un uomo “poco religioso”, mentre il padre, Seddique Mateen – di cui pure i media riportano posizioni pro Talebani – poche ore dopo la strage ha detto che un bacio tra due gay potrebbe essere la molla che ha fatto scattare la rabbia: “Il movente religioso non c’entra nulla, ha visto due gay che si baciavano a Miami un paio di mesi fa ed era molto arrabbiato. Siamo scioccati come il resto dell’America”.

Fuori dalla discoteca, poco prima della notizia della morte dell’aggressore, era stata sentita una forte esplosione da un reporter di una tv locale mentre era in diretta. Il giornalista ha parlato di un ordigno fatto brillare dalla polizia che, infatti, era arrivata sul luogo dell’attacco con i cani anti-bomba. E la notizia è stata confermata dalla polizia che ha poi precisato che l’assalitore aveva un fucile, una pistola e un ordigno esplosivo addosso.

Un secondo possibile ordigno era nell’auto dell’uomo.Agenti dell’Fbi e della polizia locale hanno circondato la casa del killer a Fort Pierce, nella contea di St. Lucie in Florida, e hanno cercato esplosivo, prima di procedere alla perquisizione.

Il presidente Barack Obama  è stato informato della tragedia e ha espresso la sua vicinanza alle famiglie delle vittime, ha offerto tutto il supporto possibile del governo e chiesto di essere costantemente informato. Il governatore della Florida, Rick Scott, ha dichiarato lo stato di emergenza. Il presidente poi ha parlato al Paese alle 13.30: “Sappiano abbastanza per dire che si tratta di un atto di terrore e un atto di odio”. Ma ha confermato che si sta ancora cercando di ricostruire dinamica e movente della strage.

“Nessun atto di terrore o di odio cambierà chi siamo come americani”, ha detto ancora Obama. “Il massacro mostra come è facile per gli americani essere uccisi a scuola, in chiese, nei cinema o nei nightclub. Questa strage è un ulteriore richiamo a come sia facile per qualcuno entrare in possesso di un’arma. Dobbiamo decidere se questo è il tipo di Paese che vogliamo essere”, ha aggiunto.

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E la strage entra ovviamente nella campagna elettorale per la Casa Bianca. La candidata democratica Hillary Clinton ha scritto su Twitter: “Mi sono svegliata con la devastante notizia della Florida. In attesa di ulteriori informazioni, i miei pensieri vanno alle persone colpite da questo orribile atto”.

Meno pacato il commento di Donald Trump, che sposa già la teoria del terrorismo come se fosse stata confermata: “Apprezzo le congratulazioni per aver avuto ragione sul terrorismo radicale islamico – ha scritto anche lui su Twitter – ma non voglio congratulazioni, voglio durezza e vigilanza. obbiamo essere svegli”

Le testimonianze. “Ero lì. Un uomo ha aperto il fuoco intorno alle 2 di notte. La gente sulla pista da ballo e il bar si è buttata a terra e alcuni di noi che erano vicino al bar e alla uscita sono riusciti a raggiungere l’esterno”, ha scritto un uomo, Ricardo J.Negron Almodovar su Twitter raccontando l’accaduto. “Siamo corsi fuori. Io sono sano e salvo a casa. Spero che anche gli altri stiano bene”.

Stando al racconto di Negron, c’erano più di 100 persone all’interno del locale. “Ho solo sentito gli spari, è stato meno di un minuto, ma sembrava di più”, ha detto. “C’è stata una breve pausa e abbiamo solo corso. Tutti stavano faccia a terra. Io avevo qualcuno sopra di me. Proprio non ho visto (se c’erano una o più persone). Posso solo dire che il club era pieno, c’erano oltre 100 persone”.

“Ci ha preso, è qui con noi”. E’ il testo dell’ultimo messaggio che Eddie Justice, 30 anni, che si trovava all’interno della discoteca di Orlando, ha mandato a sua madre Mina. Poi il silenzio. Lo riporta il Mail online con le foto dei messaggi sullo smartphone della donna che si è precipitata davanti alla discoteca per avere informazioni e chiedere aiuto. Il ragazzo aveva scritto in precedenza di chiamare la polizia e essersi rifugiato nel bagno. Poi “Lui sta arrivando”. “Mamma ti amo”, ha scritto ancora, “sto per morire”.

La peggiore sparatoria della storia americana. Ancora sangue quindi negli Stati Uniti causati dalle armi da fuoco, appena un giorno dopo l’uccisione – sempre a Orlando – della cantante Christina Grimmie. Pochi giorni fa a Los Angeles uno studente ha ucciso un professore all’interno dell’Università di Ucla e poi si è tolto la vita. Ma quella del Pulse di Orlando è la peggiore strage con le armi della storia degli Stati Uniti.

Solo quest’anno, se ne sono registrate 132 (con 156 morti). Prima di Orlando, la sparatoria più grave è accaduta il 22 aprile scorso nel contado di Pike nello Stato di Ohio, dove otto membri di una stessa famiglia sono morti in una sparatoria per motivi ancora sconosciuti. Il 20 febbraio, sei persone, tra cui un bambino di otto anni, hanno perso la vita nella città di Kalamazoo, nel Michigan. Nel 2015, secondo i dati registrati dal sito internet Shootingtracker, nel 2015 si sono verificate 372 sparatorie e 367 morti, quasi uno al giorno.

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