Al presidio di Non Una Di Meno davanti al Consiglio Regionale del Piemonte per chiudere la stanza dell’ascolto, la protesta del Torino Pridecontro l’odg di FdI sul “gender nelle scuole”
Torino, 16 ottobre 2024 – Ieri il Coordinamento Torino Pride ha risposto alla chiamata di Non Una Di Meno Torino e Consultoria FAM partecipando al presidio davanti al Consiglio regionale del Piemonte per pretendere la chiusura della vergognosa “stanza dell’ascolto”. La stanza, finanziata con denaro pubblico, è gestita da associazioni anti-scelta (cosiddette “pro-vita”) d’impostazione antiabortista e contrarie alla legge 194, con il chiaro intento di mettere in pericolo l’autodeterminazione delle donne e delle persone con utero e il loro accesso a un’interruzione di gravidanza libera, sicura e gratuita.
Nella giornata di ieri il consiglio regionale aveva in calendario anche un ordine del giorno, a prima firma di Claudio Sacchetto (FdI), dal titolo “La scuola luogo di crescita e non di ideologia gender”. L’ordine del giorno cita, ancora una volta, questa fantomatica e mai spiegata “ideologia gender” e scomoda addirittura il Pontefice per impegnare la Giunta a escludere che «l’insegnamento scolastico venga utilizzato per propagandare tra i giovani modelli comportamentali ispirati alla cosiddetta “ideologia gender”». L’ordine del giorno è stato ricalendarizzato alla prossima settimana e non è stato discusso nella giornata del 15 ottobre.
«L’ideologia gender non esiste – afferma Luca Minici, coordinatore del Torino Pride – è uno spauracchio inventato dalle destre per impedire ogni forma di educazione affettiva e sessuale nelle scuole e mettere in pericolo importanti progetti antidiscriminatori, come ad esempio quello delle carriere alias scolastiche. Questo, evidentemente, per continuare a propagandare pregiudizi e stereotipi nei confronti di tutte le persone LGBTQIA+, che ancora subiscono attacchi, violenze, pestaggi, bullismo e discriminazioni. Per questo pretendiamo che questo delirante ordine del giorno venga ritirato. Ieri, al presidio convocato dalle compagne di Non Una Di Meno e Consultoria FAM, abbiamo ribadito il nostro sostegno alle battaglie di tutte le donne e delle persone con utero per l’accesso a percorsi di interruzione di gravidanza senza stigma e violenza ideologica. Non possiamo arrenderci al piano di queste destre che attaccano il diritto all’autodeterminazione delle persone, specie se marginalizzate. Non passeranno mai!» ha concluso Minici.
Durante il presidio, Luca Minici ha letto un breve comunicato, riportato interamente qui sotto.
IL DISCORSO DI LUCA MINICI AL PRESIDIO DI NON UNA DI MENO E CONSULTORIA FAM
Siamo qui oggi a fianco delle nostre sorelle e compagne di Non Una Di Meno per manifestare tutto il nostro sconcerto e la nostra rabbia per gli attacchi che loro e le nostre comunità stanno subendo su tutti i fronti. Oggi essere donna, essere queer, essere migrante, essere disabile, essere poverə è sempre più difficile in questo Paese, così come lo è per tutte le soggettività considerate “scomode” dal governo Meloni e da questa Regione, che si rifugiano nell’ideale di “Dio, Patria e Famiglia”, ma sempre e solo a spese delle vite altrui.
In questi giorni il consigliere Claudio Sacchetto, Fratelli d’Italia, ha depositato un Ordine del giorno, in discussione la settimana prossima in Consiglio Regionale, dal titolo “La scuola luogo di crescita e non di ideologia gender”, citando il Santo Padre e senza spiegare ancora una volta cosa sia questa fantomatica “ideologia gender”. Qualcuno di loro sa finalmente spiegarcelo? A cosa mirano davvero?
Chiediamo che questo ODG venga immediatamente ritirato e che non venga data agibilità politica ai deliri che contiene al suo interno. Lo chiediamo alla Regione Piemonte, che è la stessa che ha deciso di supportare la candidatura di Torino per ospitare l’Europride del 2027. Non siamo un business da accarezzare quando fa comodo: siamo persone, cittadinə che meritano diritti e protezione da parte delle istituzioni, indipendentemente dal colore politico di chi le governa.
La stanza dell’ascolto, i pro vita nelle strutture pubbliche, i convegni antiabortisti, le campagne contro il fantomatico “gender” appartengono tutti allo stesso schema: alzare gradualmente l’asticella dell’attacco poco per volta, cercando di farci abituare a questo clima ostile che attraverso il controllo violento e brutale dei nostri corpi scardina ogni diritto umano e democratico di affermazione del proprio essere.
Oggi è un ODG in consiglio regionale, domani sarà un convegno, e dopodomani forse le terapie riparative per le persone LGBTQIA+. Quello che succede a noi riguarda tuttə. Ecco perché invitiamo tutta la società civile a unirsi a noi: protestiamo, votiamo, lottiamo insieme e resistiamo abbracciate nella lotta!