IL CLAIM: D’AMORE E DI LOTTA
Il Pride è tante cose, un moto collettivo di emozioni e partecipazione. Ma, prima di tutto, il Pride è nato come atto di ribellione contro il potere costituito e l’oppressione continua che la comunità LGBTQIA+ affrontava ieri e affronta ancora oggi. Siamo persone che amano e siamo persone che lottano. Vogliamo riappropriarci di entrambe queste definizioni, e vogliamo narrarle secondo le nostre prospettive e le nostre storie uniche e differenti.
Vogliamo definire il nostro concetto di amore, perché abbiamo il diritto di vivere pienamente tutte le forme di affetto e di relazione definendo il legame d’amore a modo nostro, senza chiedere il permesso. I nostri diritti ci spettano anche senza rispettare gli schemi di famiglia imposti da una società sessista, patriarcale e violenta. Vogliamo definire anche il nostro concetto di lotta, perché investiamo tutte le nostre energie per affermare le nostre esistenze e contrastare ogni forma di sopraffazione e discriminazione che vorrebbe cancellarci. Per noi, lottare significa non arrendersi e non lasciare nessuna persona indietro. Vogliamo cantare l’amore tra le lotte, perché abbiamo imparato a riconoscere le intersezioni di molteplici identità nelle nostre esistenze e, di conseguenza, a intrecciare i nostri percorsi con quelli delle altre cause. Per questo motivo prendiamo posizione contro ogni guerra, a sostegno di ogni popolo oppresso, a favore di ogni diritto non riconosciuto. E noi abbiamo bisogno di altrettanto, abbiamo bisogno di sane alleanze per le nostre famiglie senza riconoscimento, per ogni persona LGBTQIA+ vittima dell’odio, per ogni persona trans* uccisa e per ogni soggettività messa in discussione.
Nel Torino Pride vogliamo portare tutto questo, e scenderemo in strada in tutte le forme che ci appartengono: scomode, gioiose, rumorose, favolose e scandalose. Urleremo forte per farci sentire da ogni persona e dalle istituzioni a ogni livello, perché questo è il Pride: un grande atto di affermazione, d’amore e di lotta!
LA PIATTAFORMA POLITICA
Il nostro documento politico ha uno sguardo molto ampio e cerca di riassumere tutte le cause e le istanze per le quali ci battiamo. Per renderlo più accessibile e comprensibile, abbiamo organizzato le nostre richieste politiche in cinque macroaree tematiche: persona, famiglie, salute, istituzioni e società, mondo.
Nelle pagine seguenti, dopo il sommario che guida alla lettura del documento, vengono elencati i temi sviluppandone per ognuno la nostra posizione e le nostre rivendicazioni.
Nota per la lettura: in questo documento utilizziamo un linguaggio plurale adottando lo schwa (ə) per rendere le espressioni neutre in modo da rappresentare tutte le soggettività oltre il genere binario.
PERSONA
Legge contro omofobia, lesbofobia, bifobia, transfobia, afobia, intersexfobia, grassofobia, polifobia, misoginia e abilismo
Chiediamo l’estensione della legge Mancino a tutte le forme di discriminazione e violenza basate su genere, identità di genere e orientamento sessuale, misoginia e abilismo, allargando lo spettro della sua azione anche alla discriminazione nei confronti dei corpi non conformi e di tutte le forme relazionali, comprese quelle non canoniche. Chiediamo che tale legge possa configurarsi come un primo passo verso il pieno riconoscimento dei diritti di tuttə, favorendo interventi educativi strutturali che possano agevolare un cambiamento culturale.
Contrasto della violenza maschile e di genere
Molte forme di discriminazione sono figlie della stessa cultura machista e patriarcale che nutre la violenza maschile, di genere e domestica. Pretendiamo politiche culturali e sociali efficaci a contrasto di questo fenomeno, che siano strutturali e che non affrontino il tema solo in forma emergenziale in risposta a fatti o delitti di grande risonanza mediatica. Chiediamo sostegno e adeguato finanziamento all’attività dei centri antiviolenza, delle case rifugio e delle realtà che supportano gli uomini nel superamento del modello patriarcale e maschilista.
Riforma della legge 164 sull’affermazione di genere
Chiediamo la riscrittura completa della legge 164/1982 – la legge che regola i percorsi di affermazione di genere e la rettifica dei dati anagrafici delle persone trans* – affinché sia garantito a tuttə il diritto all’autodeterminazione del proprio corpo e della propria identità di genere attraverso il consenso informato. Chiediamo prestazioni chirurgiche e farmacologiche adeguate, disponibili e accessibili nel Servizio Sanitario Nazionale, aumentando la disponibilità di personale sanitario e aggiornando i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza). Pretendiamo un’adeguata formazione del personale tecnico giuridico che si esprime sulla rettifica anagrafica e sugli altri aspetti della legge 164.
Diritti per le persone intersex
Chiediamo di cessare la pratica delle riassegnazioni chirurgiche del sesso dellə bambinə intersex, natə con corpi non chiaramente ascrivibili alla mascolinità o alla femminilità, affinché la persona direttamente coinvolta abbia la possibilità di esprimersi autonomamente al raggiungimento di un’età in cui abbia la facoltà di esercitare appieno il proprio diritto all’autodeterminazione e sia in grado di dare il proprio consenso informato a eventuali trattamenti farmacologici o chirurgici.
Contrasto alla grassofobia
Le persone grasse subiscono una discriminazione a più livelli, dai media finanche nell’ambito sanitario. Riconosciamo l’intersezione delle lotte che uniscono le rivendicazioni delle persone LGBTQIA+ e delle persone grasse, unite da un principio comune di scardinamento delle narrazioni tossiche e volte a promuovere autodeterminazione e riconoscimento delle diversità. Chiediamo che le istanze delle persone grasse non vengano ignorate. Pretendiamo che tutti i luoghi, e in particolare i luoghi LGBTQIA+, siano accessibili e sicuri per tutte le persone grasse. Chiediamo l’impegno a riconoscere la grassofobia insita nella società e pretendiamo azioni volte a combatterla e decostruirla.
Diritti sessuali delle persone con disabilità
Nel sostenere e promuovere l’autodeterminazione delle persone con disabilità, rispettandone dignità, autonomia e indipendenza, chiediamo il riconoscimento dei diritti sessuali delle persone con disabilità e la regolamentazione della figura dell’assistente sessuale.
Disabilità e neurodivergenze
La lotta all’abilismo è fondamentale. Rivendichiamo la necessità di spazi accessibili per chiunque, a prescindere dai bisogni individuali che caratterizzano e differenziano la nostra comunità, spazi sicuri per tutta la comunità, dove ci sia rispetto. Affermiamo la necessità di poter essere orgogliosə dei nostri corpi, delle nostre identità e delle nostre vite non conformi.
In una società che spesso vuole le persone disabili e neurodivergenti escluse dai temi LGBTQIA+ poiché infantilizzate, lottiamo costruendo spazi di inclusione, ascolto e rispetto. È necessario combattere per una maggiore assistenza delle persone non autosufficienti, spesso costrette all’oblio in merito al proprio orientamento sessuale e alla propria identità di genere, poiché troppo dipendenti da famiglie o comunità che non sempre sono rispettose delle loro identità.
Rivendichiamo la necessità di una maggiore formazione delle figure professioniste che accompagnano nei percorsi di affermazione di genere, in cui spesso le persone disabili vengono invisibilizzate e screditate, risultando così ridotte alle loro necessità strettamente mediche, e il bisogno di personale medico più formato in ambito di salute mentale, affinché chiunque possa trovare luoghi accoglienti dove esprimersi e sentirsi accoltə.
Diritti per migranti, persone rifugiate e richiedenti asilo LGBTQIA+
Chiediamo maggior interesse e tutela a favore delle persone migranti LGBTQIA+ che si vedono costrette a fuggire dal proprio Paese di origine perché perseguitate a causa del proprio orientamento sessuale o identità di genere. Queste persone vivono molteplici discriminazioni e la loro esperienza intersezionale assomma una discriminazione sistemica sia nel proprio Paese di provenienza che in Italia e una esperienza complessa anche nei centri d’accoglienza, il cui personale non è sempre preparato sulle tematiche LGBTQIA+. Chiediamo, pertanto, una formazione specifica in tal senso.
Ius Soli per persone migranti e rifugiate
Serve una riforma radicale della legge sull’immigrazione, strutturale e non emergenziale: chiediamo quindi che vengano adottate norme lungimiranti anziché decreti sicurezza, affinché le persone migranti siano considerate come soggetti portatori di diritti, interessi, desideri e specificità da valorizzare, e non solo come meri elementi del tessuto produttivo, il cui valore è determinato esclusivamente sulla base di logiche economiche. In particolare, chiediamo la revoca degli accordi tra Italia e Libia in materia di gestione dei flussi migratori e che gli stessi siano sostituiti da ingressi legali e corridoi umanitari. Pretendiamo che vengano salvaguardate le vite in mare. Chiediamo l’abrogazione dei Decreti Sicurezza e del cd. “Decreto Cutro”, che ha ristretto la possibilità di richiesta della protezione speciale, a tutela della vita privata e familiare delle persone migranti. Chiediamo un rafforzamento del sistema di accoglienza e integrazione per garantire a tuttə lə rifugiatə un celere e sicuro accesso alle procedure di asilo e accoglienza. Chiediamo una semplificazione delle pratiche burocratiche, oggi inutilmente complicate. Le lungaggini burocratiche sono volte a rendere difficile l’integrazione delle persone migranti e rifugiate, dalla difficoltà nel formalizzare la domanda di protezione internazionale fino alla non ricezione delle domande di conversione in lavoro per quelle persone che sono riuscite a ottenere un permesso per protezione speciale. I Centri per il Rimpatrio sono luoghi di sofferenza in cui vengono violati i diritti umani e perpetrate violenze fisiche e psicologiche nei confronti delle persone lì trattenute. Chiediamo quindi la chiusura definitiva di tutti i CPR nel nostro Paese. Vogliamo un Paese in cui non ci siano cittadinə di serie A e di serie B: per questo chiediamo una riforma del processo di attribuzione della cittadinanza, affinché acquistino la cittadinanza non solo tuttə coloro che nascono in Italia, ma anche coloro che frequentano le scuole e/o abbiano compiuto percorsi di formazione nel nostro Paese, per eliminare le differenze e le discriminazioni che tantə giovani vivono sulla propria pelle. Denunciamo il razzismo sistemico, coloniale e istituzionale che ancora permea noi stessə e la nostra società. Denunciamo altresì il recente patto sull’Immigrazione e Asilo approvato dall’Unione Europea in data 10 aprile 2024, che toglie di fatto il diritto effettivo alla domanda di asilo con il concreto rischio di essere detenutə alle frontiere esterne all’Unione. Tutto questo porterà ad una plurima violazione dei diritti fondamentali delle persone straniere, in aperta violazione dell’articolo 10 della nostra Costituzione.
Legge su eutanasia e suicidio assistito
Dopo il riconoscimento del diritto di stilare le Dichiarazioni Anticipate di volontà nei Trattamenti sanitari, ancor più dopo la bocciatura del Referendum da parte della Corte Costituzionale, chiediamo l’approvazione di una legge che garantisca allə cittadinə anche il diritto alla libera scelta per quanto riguarda il fine vita, affinché porre fine a sofferenze prolungate e accanimento terapeutico diventi una possibilità concreta.
FAMIGLIE
Matrimonio egualitario
Chiediamo che le coppie costituite da persone dello stesso genere abbiano uguale dignità e i medesimi diritti assicurati alle coppie eterosessuali. La legge italiana favorisce, di fatto, un principio antidemocratico e discriminatorio, non garantendo alle coppie dello stesso genere l’accesso al matrimonio: chiediamo parità di diritti anche su questo piano, parità ormai tutelata in molti paesi d’Europa e non solo.
Estensione delle unioni civili
Chiediamo che le unioni civili siano accessibili a tuttə lə cittadinə e non soltanto alle coppie dello stesso genere come avviene oggi, affinché sia garantito il diritto di scegliere in libertà da quale istituto giuridico ci si senta meglio rappresentatə e tutelatə.
Riforma del diritto di famiglia, diritti per le non monogamie e le polifamiglie
È necessario avviare una riflessione sulla riforma del diritto di famiglia, superando il concetto di coppia monogama come unico modello valido e dando spazio ai rapporti di mutua assistenza tra persone qualunque forma essi assumano. Chiediamo il riconoscimento e la tutela sul piano giuridico delle forme di convivenza e relazione poliamorose, delle non monogamie e delle polifamiglie (nuclei familiari stabili composti da tre o più adulti e eventuale prole), con o senza una progettualità condivisa sul lungo periodo. Chiediamo che vengano tutelate tutte le forme di cura, solidarietà e affetto familiare e che venga loro garantito l’esercizio dei diritti civili sulla base dei rapporti effettivi, senza che sia necessario contrarre un matrimonio o un’unione civile o che vi sia un legame di sangue. Al tempo stesso chiediamo che gli istituti legali di matrimonio e unione civile vengano resi disponibili a chi li desidera, indipendentemente dal loro orientamento sessuale e relazionale.
Tutela di figliə di coppie omogenitoriali
Chiediamo con forza e urgenza l’introduzione di una legge che permetta a ogni genitorə di riconoscere alla nascita lə propriə figliə, superando il criterio che garantisce tale prerogativa soltanto allə genitorə partoriente o biologicə, affinché tutte le figure genitoriali siano riconosciute e chiamate alla responsabilità della propria prole, vedendo salvaguardata la relazione tra figliə e genitorə. Considerata la sospensione della registrazione dellə bambinə da parte del Comune di Torino e in quasi tutta Italia, chiediamo allə sindachə del territorio, in attesa di una legge in merito, di iniziare, continuare o riprendere le iscrizioni anagrafiche e le trascrizioni, anche attraverso una forma di disobbedienza civile che imponga il tema a livello politico e amministrativo nel paese. Anche nei casi di avvenuta separazione della coppia genitoriale chiediamo parità di diritti per lə genitorə intenzionale nella gestione dellə minore e, in assenza della registrazione anagrafica, chiediamo la possibilità di ricorrere alla procedura di adozione piena e legittimante da parte dellə genitorə intenzionale, in attesa di un intervento legislativo sulla filiazione omogenitoriale. Reputiamo fortemente discriminatoria la continua necessità di deleghe per lə genitorə non biologicə per prendersi cura dellə propriə figliə. Rimane altresì inaccettabile che unə genitorə divenutə tale in una coppia omogenitoriale sia costrettə ad adottare lə propriə figliə attraverso un oneroso percorso in tribunale dall’esito incerto, con l’obbligatorio vaglio da parte del Servizio Sociale sull’idoneità dellə genitorə non biologico. È aberrante che, a causa dell’attuale sospensione dei riconoscimenti, lə genitorə si trovino a dover firmare nomine a tutorə o amministratorə di sostegno dellə propriə figliə, oltre a redigere minuziosi testamenti per evitare il rischio che lə propriə figliə rimanga privə di tutela. Reputiamo ancora più ingiusto per lə bambinə il disinteresse dimostrato dallo Stato nel garantire la continuità affettiva e materiale con lə genitorə non biologicə, incrinando non solo la loro fiducia in un’istituzione che non lə considera, ma compromettendone la serenità con il mancato riconoscimento delle famiglie nelle quali crescono.
Adozioni e affidi per tuttə
Chiediamo che venga garantita la possibilità di adozione dellə minori da parte di single e coppie non sposate, indipendentemente dall’orientamento sessuale di chi ne fa richiesta, come già avviene in molti paesi europei e non solo. Ci opponiamo a ogni progetto di legge che intenda minare e peggiorare il sistema dell’affidamento dellə minori.
Accesso alla procreazione medicalmente assistita
Chiediamo l’abolizione della Legge 40/2004, che regola il ricorso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita, e pretendiamo una nuova legge che assicuri la parità di diritti per tuttə nell’accesso alla PMA, aprendola a persone singole e alle coppie LGBTQIA+. Chiediamo l’inserimento della diagnosi pre impianto nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).
Accesso alla GPA regolamentata
È il momento che in Italia si avvii un dibattito laico e informato sulla Gestazione Per Altre Persone. Non accettiamo più narrazioni parziali o distorte, ma chiediamo un confronto serio sul tema, scevro da ogni ideologia e strumentalizzazione. Rifiutiamo categoricamente il tentativo di riconoscere la GPA come“reato universale” da parte di questo governo di destra, che forse dimentica che più del 70% delle coppie che intraprendono questo percorso sono eterosessuali. Esigiamo che gli ordini professionali intervengano nelle sedi competenti in caso di notizie false o antiscientifiche. Auspichiamo una regolamentazione del fenomeno al fine di tutelare tutte le parti coinvolte, come avviene già in altri Paesi ed evitare fenomeni di sfruttamento e coercizione.
SALUTE
Servizi di accompagnamento al percorso di affermazione di genere
La salute e il benessere delle persone trans*, dall’infanzia all’età adulta, non sono affrontati in modo adeguato. I servizi dedicati hanno tempi di attesa inaccettabili e sono caratterizzati spesso da un approccio fortemente patologizzante e psichiatrizzante. Chiediamo che l’accompagnamento delle persone trans* di tutte le età sia affrontato mettendo al centro le necessità e le istanze di un’utenza che esprime esigenze anche molto diverse: è quindi necessario ascoltare, credere e rispettare. Il gatekeeping da parte delle persone professioniste resta il problema più evidente che subiscono le persone trans*, anche in infanzia e adolescenza, quando si rivolgono ai servizi insieme alle loro famiglie. Pretendiamo una formazione corretta di tutto il personale sanitario e un ampliamento dei servizi nelle Asl territoriali di competenza. Chiediamo il superamento delle attuali criticità, soprattutto in merito agli enormi ritardi nella presa in carico e nell’assistenza alle persone trans* presso le strutture della sanità piemontese dedicate a questo compito, in particolare il CIDIGEM presso l’ospedale Molinette per le persone adulte e l’Ambulatorio attivo presso SCUD-NPI dell’ospedale Regina Margherita per le persone minori. Chiediamo a tutte le strutture coinvolte nei percorsi di affermazione di genere l’adozione del protocollo WPATH, basato sull’autodeterminazione. Chiediamo alle strutture di esplicitare i protocolli utilizzati, di rendere trasparenti le proprie modalità e rendere chiare le liste e i tempi di presa in carico. Il decentramento dei servizi può essere la strategia per migliorare la loro tempestività e qualità. Riteniamo centrale promuovere una totale depatologizzazione e depsichiatrizzazione dei percorsi di affermazione di genere di tutte le persone trans*, di tutte le età.
Protezione della legge 194
L’Italia si colloca in cima alla lista dei Paesi col maggior numero di obiettorə di coscienza negli ospedali pubblici. L’ingerenza dei movimenti cosiddetti provita nei consultori e negli ospedali, così come l’aumento dei casi di obiezione, di violenza ostetrica – nel quale annoveriamo anche l’obbligo di ascolto del cosiddetto “battito fetale” – e di disinformazione generale sulle pratiche medico/sanitarie rivolte a chi vuole interrompere la gravidanza rende urgente un intervento concreto e immediato. Pretendiamo la difesa della Legge 194/1978 a tutela della maternità e dell’interruzione volontaria di gravidanza dagli attacchi messi in atto dalla politica e dai movimenti di stampo patriarcale. La legge 194 non deve essere toccata o messa in pericolo dalle visioni oscurantiste che costringono la donna in uno schema precostituito di moglie e madre libera solo di dare “figli alla patria”. Vogliamo consultori in grado di promuovere e tutelare il diritto alla salute di tutte le persone, a prescindere dal loro orientamento sessuale o identità di genere. È necessario assicurare il pieno accesso per tuttə, in gratuità e sicurezza, a tutte le tecniche abortive, farmacologiche e non, nel rispetto delle più aggiornate linee guida scientifiche, perché quando l’accesso all’aborto viene reso più complesso le persone non smettono di abortire, ma lo fanno in maggiori condizioni di rischio per loro stesse. Ribadiamo la libertà a non riconoscere lə figlə. Chiediamo l’abrogazione del «Fondo vita nascente» della Regione Piemonte finalizzato a finanziare enti e associazioni antiabortiste cosiddette provita.
Tutela della salute e del SSN
Il funzionamento del servizio sanitario pubblico si sta rapidamente deteriorando, a causa di una demagogica politica di detassazione (che favorisce le persone ricche) unito a una frammentazione regionale e locale sempre più marcata. Questo è grave per tuttə, ma letale per i soggetti più fragili. Il deterioramento generale del SSN aggrava la polarizzazione sociale ed economica e ridimensiona i servizi pubblici essenziali – a partire da salute e servizi educativi – favorendone la loro progressiva privatizzazione. La regionalizzazione del servizio sanitario crea disuguaglianze tra regioni e rende più difficile l’accesso ai servizi. Per questo ci battiamo per la difesa dei servizi pubblici, il loro potenziamento e la loro riqualificazione, anche con l’indispensabile assunzione e valorizzazione del personale necessario. Chiediamo una più alta attenzione nei confronti della medicina di genere. Chiediamo che la Regione Piemonte, insieme all’ASL della Città di Torino, mantenga e potenzi i servizi del CeMuSS (Centro multidisciplinare per la Salute Sessuale) migliorando i propri protocolli interni di accoglienza, in particolare nei confronti delle persone trans*. Chiediamo interventi di sensibilizzazione e informazione sulle IST più aggiornati, strategici e lungimiranti, in particolare rivolti a un pubblico giovane. Chiediamo una più attenta opera di coordinamento con i consultori del territorio per quanto riguarda la prevenzione generale e la distribuzione gratuita di preservativi, anticoncezionali di barriera e assorbenti, garantendo l’accesso libero a tuttə. Chiediamo l’accesso libero e gratuito ai farmaci PrEP (Profilassi Pre Esposizione) per contenere la trasmissione del virus HIV.
Tutela della salute mentale
La salute mentale è parte integrante, ancorché invisibilizzata, della salute e del benessere complessivo della persona. Le persone LGBTQIA+, subendo con continuità discriminazione e violenza, sono fra le categorie di persone più a rischio alla compromissione del proprio benessere psicologico. Chiediamo l’istituzione e il potenziamento dei centri di ascolto, counseling e sostegno psicologico, libero e inserito all’interno del Sistema Sanitario Nazionale. Chiediamo di rendere la psicoterapia più accessibile, sia in termini economici che di servizi disponibili sul territorio. Chiediamo il potenziamento e la formazione del personale della salute psicologica e psichiatrica sulle tematiche LGBTQIA+, considerando il minority stress e le specificità di questa comunità.
Depenalizzazione della cannabis e riduzione del danno
Sosteniamo la depenalizzazione della coltivazione e dell’uso personale della cannabis in modo da favorire un consumo regolamentato consapevole, sicuro e che contrasti il mercato illegale sfruttato dalle mafie. Chiediamo che venga ripreso lo studio sulle sostanze psichedeliche in termini di riduzione del danno e di stress post traumatico.
ISTITUZIONI E SOCIETÀ
Linguaggio inclusivo e narrazioni plurali
È fondamentale adottare un linguaggio plurale in ogni contesto sociale e comunicativo, che non escluda o discrimini nessunǝ sulla base di sesso, orientamento sessuale, identità di genere, età, etnia, aspetto fisico, classe sociale, disabilità, convinzioni politiche, culturali o religiose. Ci impegniamo a una riflessione collettiva sui pregiudizi sottesi nel nostro linguaggio e chiediamo con decisione che le narrazioni dei media siano più consapevoli e rispettose delle nostre soggettività ed esperienze. Vogliamo che venga rispettata e riconosciuta la nostra autodeterminazione anche a livello linguistico attraverso le proposte che emergono dall’elaborazione politica collettiva. Abbiamo bisogno di narrazioni differenti del femminicidio e della violenza di genere, che mettano l’accento sulla matrice maschilista e patriarcale, che non facciano vittimizzazione secondaria delle persone vittime della violenza e che rifiutino la pornografia del dolore come strategia per attirare attenzione mediatica anche a danno delle vittime.
Educazione e formazione sui temi LGBTQIA+
Chiediamo la tutela del diritto di corretta formazione e informazione, sensibilizzazione ed educazione nelle scuole, affinché l’insegnamento contribuisca a costruire una società aperta e plurale, rimanga libero da censure e non diffonda stereotipi e pregiudizi. È indispensabile un rafforzamento delle iniziative di educazione e formazione di personale scolastico e dellə studentə, per superare la costante minaccia costituita da bullismo e da tutte le forme di discriminazione, in particolare quella nei confronti delle persone LGBTQIA+. Chiediamo un sostegno economico e di indirizzo alle iniziative che vanno in questo senso, a partire da quelle proposte dalle associazioni LGBTQIA+, con un significativo incremento dei finanziamenti alle loro iniziative di tipo culturale. Chiediamo educazione affettiva e sessuale nelle scuole di ogni ordine e grado, che sottolinei la cultura del consenso e che comprenda identità e orientamenti con una visione aperta, plurale e transfemminista. Pretendiamo la fine dell’invisibilizzazione delle donne e delle persone LGBTQIA+ nei vari ambiti di studio, a oggi caratterizzati dallo studio di artisti, scienziati, politici e figure storiche esclusivamente maschili.
Carriere alias efficienti
Chiediamo l’adozione di carriere alias efficienti nei luoghi scolastici e accademici, sui mezzi pubblici, nelle aziende, negli enti pubblici e ovunque una persona lo ritenga necessario per il proprio benessere. Le carriere alias non devono essere necessariamente legate a percorsi medicalizzati. Chiediamo di affiancare allo strumento dell’alias anche un’adeguata formazione del personale coinvolto.
Riconoscimento del sexwork
Il lavoro sessuale, libero e autodeterminato, è lavoro a tutti gli effetti. Chiediamo la decriminalizzazione e il riconoscimento del lavoro sessuale in un’ottica volta a liberare le persone sexworker da abusi, sfruttamento e lavoro forzato.
Protezione sul lavoro e welfare per le persone LGBTQIA+
All’interno del quadro sociale nel nostro paese, è sempre più forte la narrazione che colpevolizza chi si ritrova in condizioni di marginalità socio-economica e che invisibilizza le esperienze delle persone povere e LGBTQIA+. A partire dalle nostre esperienze vogliamo sovvertire le dinamiche culturali e sociali che generano disuguaglianze e oppressione. Chiediamo la messa in campo di nuove forme di welfare universale, a partire dalle politiche in materia abitativa, che vadano a tutelare le persone che perdono l’abitazione o non riescono ad accedervi per motivi economici, per via di un allontanamento o per la fuga da situazioni di violenza domestica. Chiediamo attenzione per le persone LGBTQIA+ senza dimora, che rischiano una doppia invisibilizzazione e discriminazione nell’accesso ai servizi. Siamo contrariə e preoccupatə per le misure messe in atto dal governo in materia di lavoro e di contrasto alla povertà, che non prevedono un salario minimo e aprono le porte a sfruttamento e strapotere dei datori di lavoro a scapito dei diritti dellə lavoratorə. Rivendichiamo l’istituzione di uno strumento universale di sostegno al reddito, in forma individuale e slegata dal nucleo familiare, che sostenga le persone a prescindere da condizioni sociali, familiari, lavorative.
Contrasto alla violenza della polizia e tutela del diritto di manifestazione
Da diverso tempo è sotto gli occhi di tutti che la risposta a tutte le forme di dissenso, comprese quelle pacifiche e non violente, sia l’uso estremo della violenza da parte delle forze dell’ordine. Ci opponiamo fermamente a ogni forma di riduzione del diritto a manifestare il dissenso, e denunciamo con forza ogni forma di abuso e violenza da parte delle forze dell’ordine. Chiediamo l’adozione del numero identificativo per le forze dell’ordine in servizio, al fine di poter identificare con maggior chiarezza e precisione in sede giudiziaria gli agenti che hanno compiuto eventuali reati o hanno abusato della propria posizione. Chiediamo una formazione più attenta del personale di polizia e delle forze dell’ordine sui temi della violenza di genere e delle discriminazioni nei confronti delle persone LGBTQIA+.
Esercizio pieno del diritto di voto
Molte persone LGBTQIA+ scelgono di non andare a votare per evitare discriminazioni, giudizi e violenze a causa della propria espressione di genere o perché coinvolte in un percorso di affermazione di genere ma ancora prive della rettifica anagrafica dei documenti. Pertanto chiediamo, al fine di un pieno accesso al diritto di voto per tutte le persone, di superare la divisione dei registri delle persone votanti in maschile e femminile. Chiediamo siano garantite le condizioni di accessibilità e autonomia al voto per tutte le persone con disabilità, anche in forma elettronica per la disabilità visiva. Chiediamo la possibilità di esercitare facilmente il voto per le persone fuorisede.
Città accoglienti e spazi di aggregazione
Chiediamo che gli spazi sociali e di fermento culturale vengano protetti e tutelati nell’interesse di chi li vive e dell’intera comunità. Chiudere gli spazi non è mai la soluzione ai problemi di irregolarità specifiche e i metodi di intervento che celano delle “prove di forza” a danno delle persone coinvolte non sono per noi accettabili. Non condividiamo e non ci ritroviamo nella politica della “sicurezza e decoro”, ma guardiamo a una città libera e resa sicura dalla riappropriazione degli spazi e della notte, anche attraverso spazi liberati e restituiti alla comunità, alla cittadinanza e al territorio.
MONDO
Termine di ogni conflitto bellico e impegni concreti per la pace
In merito alla recente situazione geopolitica ribadiamo con forza che ogni forma di guerra, occupazione e violazione dei diritti umani è per noi inaccettabile: sono le persone maggiormente vulnerabili che pagano il prezzo di ogni conflitto, e le persone LGBTQIA+ sono tra queste. Siamo a fianco delle comunità LGBTQIA+ di tutti i paesi in guerra, e particolarmente vicini alle comunità palestinese, ucraina e russa così come siamo a fianco delle comunità coinvolte dai conflitti in ogni parte del mondo. Chiediamo un cessate il fuoco immediato che ponga fine al massacro che sta sterminando la popolazione di Gaza e condanniamo l’occupazione illecita che, fin dai primi insediamenti, Israele porta avanti nei territori palestinesi. Non c’è libertà sotto occupazione, non c’è giustizia senza libertà. Crediamo che ogni sforzo possibile della comunità internazionale debba tendere al raggiungimento della pace totale e duratura e all’apertura di tavoli di negoziato in tutti i Paesi in conflitto.
Tutela del clima
Chiediamo politiche giuste di contrasto al cambiamento climatico nello spirito di quanto rivendicato dai movimenti ecologisti, nei cui obiettivi ci riconosciamo.Auspichiamo un impegno maggiore e concreto da parte delle istituzioni locali, nazionali ed europee nel prendere provvedimenti che tengano in considerazione le disparità economiche e sociali nell’accesso ai consumi. Alla luce dell’emergenza climatica che stiamo attraversando, proponiamo un ripensamento delle priorità strategiche del Paese in termini di energia, struttura economica e produttiva, infrastrutture.
Un’Europa per la pace e per i diritti
Respingiamo l’ottica secondo la quale il rafforzamento dell’Unione Europea passi attraverso il riarmo dei singoli Paesi e il rafforzamento dell’armamento bellico. L’Europa in cui crediamo si basa sul un costante allargamento della politica dei diritti umani, sociali e civili, sull’attenzione alle politiche sociali per appianare le diseguaglianze, sull’accoglienza verso le persone migranti, sulla lotta a razzismo e xenofobia.
Diritti LGBTQIA+ nel mondo
Le persone LGBTQIA+ sono discriminate, perseguitate e uccise in tanti Paesi nel mondo. Rivendichiamo il rispetto della dignità e dei diritti delle persone LGBTQIA+ ovunque vivano, e chiediamo alle istituzioni locali, nazionali ed europee di impegnarsi per la loro promozione, sia rifiutando rapporti politici ed economici con i governi nemici delle libertà e dei diritti fondamentali, sia impegnandosi nella creazione di corridoi umanitari che permettano di raggiungere luoghi protetti in piena legalità e sicurezza.