Torino Pride 2014: le iniziative previste per la giornata dell’orgoglio

Oggi mercoledì 14 maggio alle 11,00 al Museo Nazionale del Cinema di Torino è stato presentato alla stampa il Torino Pride 2014 che avrà luogo sabato 28 giugno 2014 durante la Giornata mondiale dell’orgoglio LGBT e che sarà parte dell’Onda Pride, che prevede lo svolgimento in contemporanea di molte parate in varie città dello Stivale per reclamare il riconoscimento dei diritti civili.

Alla conferenza stampa sono intervenuti Christian Ballarin (Coordinamento Torino Pride), Roberto Ceschina (Coordinamento Torino Pride) e Anna Ceravolo (Consulta per la Laicità).

Roberto Ceschina ha illustrato il tema, il percorso, il claim e il manifesto politico (cfr documenti allegati) e ha sottolineato che “l’onda pride è un indicatore di coesione, crescita e unità”. Christian Ballarin ha richiamato l’attenzione sul fatto “l’unica legge italiana a tutelare i transessuali è del 1982 e quindi non rispecchia più diritti e esigenze di oggi”. “Il genere  –  ha continuato Ballarin –  è la persona a definirlo, non la natura”. Anna Ceravolo con un discorso appassionato ha affermato che “la battaglia per i diritti LGB è fondamentale ed è termometro della laicità di un Paese. Secondo i più recenti sondaggi il 62,8 per cento della popolazione italiana è pro diritti LGBT e, per questo motivo, la politica ne deve prendere atto agendo di conseguenza”.

È stato poi chiamato sul palco Alessandra Battaglia per presentare in anteprima l’immagine 2014, una Mole Antonelliana rainbow, quindi fortemente legata a Torino e al luogo simbolo della Città che oggi ha ospitato la conferenza stampa.

Diversi i politi seduti in sala fra cui Daniele Viotti, Luca Cassiani e l’assessore alle pari opportunità della Citta di Torino, Ilda Curti che ha affermato: “non c’è bisogno di essere una minoranza per sostenere i diritto di quella minoranza”.

Perché il Pride

La “rivolta di Stonewall” vide una serie di violenti scontri fra la comunità omosessuale e la polizia a New York, culminati il 28 giugno 1969 a seguito dell’ennesima irruzione violenta e immotivata della polizia in un bar gay in Christopher Street (nel Greenwich Village) chiamato Stonewall Inn.

Stonewall è considerato dal punto di vista simbolico il momento della nascita del movimento di liberazione lesbico, gay, bisessuale e trans moderno in tutto il mondo e il 28 giugno è stato scelto come data della “Giornata mondiale dell’orgoglio LGBT” o “LGBT Pride”. Quest’anno nella ricorrenza dei 45 anni dalla “rivolta di Stonewall” abbiamo voluto dare ancora più forza alle nostre rivendicazioni con un “onda pride” che attraverserà tutta l’Italia.

La nostra richiesta è d’investire nella sensibilizzazione, in/formazione ed educazione sulle tematiche LGBTTIQ, allo scopo di costruire una società più accogliente e meno discriminante, favorendo il superamento di stereotipi e pregiudizi, in modo che alla persona sia garantito un armonioso ed equilibrato sviluppo rispetto al proprio orientamento sessuale, identità di genere e alle scelte di vita a questi elementi connesse. Nel Pride, che è al tempo stesso commemorazione e occasione di festa, rivendichiamo nello specifico alcune azioni concrete:

  • l’estensione della legge Mancino ai reati di OMOFOBIA, LESBOFOBIA E TRANSFOBIA;
  • la revisione della legge 164/82 sul CAMBIO DI GENERE SESSUALE, per il riconoscimento del sesso desiderato nei propri documenti di identità, indipendentemente dagli interventi chirurgici di riassegnazione sessuale;
  • la DEPATOLOGIZZAZIONE DELLA TRANSESSUALITA’ con la cancellazione dal DSM della transessualità in quanto malattia psichiatrica;
  • che si fermino le ri-assegnazioni chirurgiche del sesso per le persone INTERSESSUALI fino a che la persona non abbia la facoltà di esprimersi in merito e non sia in grado di dare il proprio consenso informato ad eventuali trattamenti;
  • il MATRIMONIO per le coppie gay e lesbiche;
  • le UNIONI CIVILI accessibili a tutte le persone che vogliano scegliere liberamente quale istituto giuridico meglio le rappresenti e tuteli;
  • la tutela al diritto di corretta formazione ed informazioni senza atti di censura o discriminazioni volti a creare una cultura di vero riconoscimento di ogni espressione libera della persona, anche al fine di favorire il contrasto e il superamento delle varie forme di bullismo, in specie di quello omolesbotransfobico;
  • le ADOZIONI di minori per i singoli, le singole e le coppie, indipendentemente dall’orientamento sessuale dei/lle richiedenti”
  • il RICONOSCIMENTO DEL GENITORE NON BIOLOGICO nelle coppie gay e lesbiche che procreano;
  • l’abolizione della legge 40 sulla PROCREAZIONE MEDICALMENTE ASSISTITA;
  • una LEGGE SUL TESTAMENTO BIOLOGICO che riconosca ai cittadini il diritto alla libera scelta sul proprio fine vita.

Abbiamo scelto di allestire il carro del Coordinamento Torino Pride glbt, quello di apertura corteo,  con delle carte d’identità formato 70*100 apportanti il  marchio “RESPINTO” su nome, cittadinanza e stato civile per rappresentare lo stridente contrasto tra una cittadinanza come la vorremmo e quella che invece riceviamo.

Le persone gay, lesbiche, transessuali, nate o non nate in Italia, hanno spesso un “problema” con la loro carta d’identità: questa non le rappresenta, falsifica il loro reale stato, la loro concreta condizione.
Magari convivono da anni con un compagno o con una compagna dello stesso sesso, eppure figurano come “libere” o “celibi”, o “nubili”. Evidentemente non c’è spazio per poter dichiarare che queste persone hanno un vincolo affettivo, questo spazio non viene pubblicamente riconosciuto; al massimo è una cosa privata. Le persone transessuali/transgender, inoltre, non hanno spesso nemmeno il piacere, e il diritto, di vedere riconosciuto il loro nome, e il loro genere sulla carta d’identità.

Quello che si ritrovano tra le mani è un nome e un genere che è stato loro assegnato al momento della nascita. Le cose sono poi andate diversamente, è la vita! Ma allora perché non ammetterlo, perché non accettarlo, riconoscerlo? Più precisamente vorremmo sottolineare le falle della legge 164/1982 (che regolamenta il cambio di sesso), in specie l’impossibilità delle persone trans a scegliere il nome e il sesso in assenza della riattribuzione chirurgica genitale, ricordando a tal proposito che al Senato si dovrebbe discutere il DDL 405 che proprio ciò dovrebbe regolare e porre inoltre delle limitazioni agli interventi sui genitali di bimbi e bimbe con forme di intersessualità identificabili alla nascita.

E poi, perché non includere nella cittadinanza anche chi è cresciuto/a e magari anche nato/a in Italia, perché non riconoscere nuovi cittadini e cittadine? Contro la logica di “respingimento” degli affetti, delle identità di genere, delle nuove cittadinanze, noi vi mostriamo le nostre carte d’identità, così come le vorremmo.

Allegati

Qui la cartella stampa.

Locandina Torino Pride 2014