Sabato 21 maggio si è celebrato a Torino il Pride regionale il cui tema era “Quanto dista il Piemonte dall’Europa?“. Almeno trentamila persone hanno sfilato per le vie del centro della città per manifestare a favore dei diritti non solo delle persone LGBT, ma anche per la laicità delle istituzioni, per la parità delle donne, per un’accoglienza dignitosa dei migranti e per la libertà di tutte e tutti.
Anche quest’anno Torino ha risposto in maniera splendida all’iniziativa organizzata dal Coordinamento TorinoPride LGBT, facendo di questo Pride una manifestazione che, ben lontana dagli stereotipi di frivolezza che ancora la marchiano nell’immaginario dei meno informati, ha assunto un fortissimo connotato politico. La sfilata sempre festosa e colorata è stata seguita da due ali di folla partecipe che, in molte occasioni, si è aggiunta ai manifestanti ingrossandone le fila. Al termine della manifestazione in Corso Cairoli è stato tenuto un breve discorso dal palco da tre rappresentanti del Coordinamento.
Andrea Fino, ringraziando il sindaco Fassino per la lettera di saluto e l’assessore Marta Levi che ha sfilato con la fascia tricolore, ha polemizzato con il governo regionale, colpevole di fare numerosi preoccupanti passi indietro nella difesa dei diritti delle persone LGBT. Ha poi ringraziato sia le volontarie e i volontari del Coordinamento che, con il loro prezioso lavoro, hanno contribuito in modo determinante alla riuscita del Pride, sia le associazioni (come il Torino Youth Center, l’Anpas, la CRI e molte altre) che hanno collaborato a vario titolo alla manifestazione.
Claudia Scarlata ha ricordato, poi, la difficile condizione delle persone omosessuali in provincia, dove rischiano di risultare invisibili ed emarginate, e ha ricordato come, nella società italiana, ancora profondamente sessista, le lesbiche subiscano una doppia discriminazione: come donne e come omosessuali.
Veet Sandeh ha poi parlato delle difficoltà che, ancora oggi, riscontrano sul lavoro le persone transessuali e transgender, trattate dai mass media come fenomeni da baraccone, negando loro ogni dignità umana. Ha poi ricordato la condizione delle persone bisessuali che vengono spesso discriminate sia da persone omosessuali che da persone eterosessuali.
I rappresentanti del Coordinamento hanno poi voluto ringraziare le tante famiglie presenti alla sfilata e la popolazione che ha partecipato in modo caloroso alla manifestazione.
La festa è proseguita per strada, in Corso Cairoli, per mostrare, nel cuore della città, la volontà di una gran parte della società civile di vivere in un Piemonte migliore e più rispettoso dei diritti di tutte e di tutti.
Il manifesto politico
Il 2011 è un anno molto speciale per tutta l’Italia e per il Piemonte in particolare: Roma ospiterà, l’11 giugno, l’Europride e a Torino, a fine ottobre, si terrà la conferenza annuale di ILGA Europe, l’associazione che raggruppa gran parte delle realtà che si occupano dei diritti delle persone LGBT in Europa.
In continuità con questi importanti appuntamenti, con il Pride del 2009 “Italia vs Europa” e con l’esperienza della manifestazione dello scorso 19 giugno 2010 “I diritti sono il nostro Pride”, abbiamo deciso di celebrare quest’anno il Pride in Piemonte con una grande manifestazione laica e popolare ispirata alla tematica del rapporto tra la nostra realtà locale e l’Europa.
In molti Paesi d’Europa, la discriminazione nei confronti delle persone omosessuali e transessuali è combattuta con strumenti legali e culturali che qui sono inesistenti. Per questo chiediamo alla Regione Piemonte di promulgare, finalmente, una moderna legge anti discriminazioni, come quella giacente da due legislature in Consiglio Regionale.
In molti Paesi d’Europa si realizzano efficaci politiche a sostegno delle persone transessuali e transgender soprattutto nel campo del lavoro e della tutela della salute. Per questo chiediamo alla Regione Piemonte di agire, mediante norme concrete, per promuovere la realizzazione piena dei diritti costituzionali al lavoro e alla salute per tutte e tutti.
In molti Paesi d’Europa, le coppie di fatto, gay, lesbiche e anche eterosessuali, hanno ampio riconoscimento legale. Per questo chiediamo alla Regione Piemonte di promuovere azioni culturali e legali a favore del riconoscimento delle coppie che lo desiderino, sia localmente, con atti riconosciuti dai comuni, sia su scala nazionale.
In Europa la laicità delle istituzioni è garantita e difesa, per questo chiediamo alla Regione Piemonte di attuare politiche di laicità nel campo della salute, del diritto ad un fine vita dignitoso, dell’istruzione e della vita culturale.
Per tutte queste ragioni scenderemo in piazza il 21 maggio a Torino per manifestare con la forza e l’energia di chi desidera vivere in una Regione più libera, laica, inclusiva e solidale. In una Regione finalmente europea.