Anche un vagone per non dimenticare

Il vagone che ricorda il viaggio di Primo Levi verso Auschwitz non solo non è un baraccone ma è il simbolo di tutte le persone che a vario titolo furono deportate nel peggior incubo a cui l’umanità contemporanea abbia dovuto assistere. Riteniamo assolutamente fuori luogo ogni polemica ed ogni tentativo di sminuire il significato simbolico che attiene a quel vagone o a qualsiasi altro simbolo che ricordi ai giovani e molto spesso ai meno giovani quell’orrido tempo. Ci teniamo a ricordare che nei milioni di persone deportate ed uccise ci furono molti e molte omosessuali che grazie al famigerato “paragrafo 175” non tornarono mai più a casa. Gli omosessuali furono tra i primi ad essere internati nei campi di concentramento: nel 1933 ci furono i primi internamenti a Fuhlsbuttel, nel 1934 a Dachau e Sachsenhausen. A metà degli anni Trenta la loro percentuale nei lager fu circa del 10%, poi negli anni della guerra calò enormemente. Tra il 1933 ed il 1945 le persone processate per la violazione del Paragrafo 175 furono circa 60.000, di questi circa 10.000 vennero internati nei campi di concentramento. Gli altri furono condannati a pene detentive. Il tasso di mortalità degli omosessuali nei campi fu del 60%, contro il 41% dei prigionieri politici ed il 35% dei Testimoni di Geova. Un altro dato significativo è dato dal fatto che due terzi degli omosessuali internati morirono durante il primo anno di permanenza nei campi. All’inizio essi furono costretti ad indossare un bracciale giallo con una “A” al centro (“Arschficker”, sodomita). Successivamente venne adottato un triangolo rosa cucito all’altezza del petto. Quindi, gentile Luca Rinaldi, sovraintendente ai beni culturali, a chi dovrebbe importare se quel vagone “interferisce con l’asse prospettico della Città”? Resterà lì due settimane e ricorderà come “l’asse prospettico dell’umanità tutta” sia stato violato.

Sempre per non dimenticare, lunedì 26 gennaio alle 21.00 presso il Cecchi Pointi (via A. Cecchi 21 – Torino), il Coordinamento Torino Pride e il Torino Gay & Lesbian film Festival organizzano la proiezione de Il Rosa Nudo filmdedicato dalla figura del deportato francese Pierre Seel.

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